Corso di formazione a Cesena; ci vado con la solita ansia da prestazione, accresciuta dal tanto tempo trascorso dall’ultima volta che ho tenuto una lezione.
La sala che ci ospita, in legno, del Settecento e all’interno di quel gioiello che è la biblioteca malatestiana, è bellissima nella sua solenne sobrietà.
I colleghi si dimostrano interessati, intervengono e con competenza, sono molto stimolanti.
A dormire sono ospite di Agostino: dopo circa 15 anni che ci conosciamo vedo casa sua: l’accoglienza è degna di lui, sempre di squisita cortesia.
A motivo di un suo impegno andiamo assieme a Sarsina, che mi evoca ricordi lontani nel tempo, quando andai in pellegrinaggio con l’amico Paolo Zanni, molti anni orsono, ma anche le frequentazioni più recenti del mio Commissario preferito Andrea Piselli (e mi si stringe il cuore).
Visito la basilica di San Vicinio, molto bella, con un ambone del X secolo che mi invita a violare il divieto di scattare foto; resisto alla tentazione ma a malincuore. Non ricordavo assolutamente nulla della visita precedente, quindi è come la prima volta, ed è piacevole starmene seduto su una panchina, nel centro storico, a guardare la gente che viene e che va, avendo alle spalle secoli di storia. Plauto e San Vicinio non sono certo l’interesse dei paesani che passeggiano ma a questi due personaggi debbono una parte del loro benessere.
La cena è a Rimini, con Agostino che, dopo essersi negato per un po’, cede finalmente alle mie insistenze, con Roberta Berardi e l’unico, inimitabile, intramontabile, immarcescibile Umberto.
La compagnia è delle migliori, manco a dirlo, il piacere di incontrare gli amici che non vedevo da tempo mi rende particolarmente sereno.
La compagnia è valorizzata, poi dalle pietanze che la grandissima T…, ci propone fino allo sfinimento dei sensi (che vista la fame che avevo tarda ad arrivare).
T… gestisce con simpatia e competenza il ristorante del Toro, a Miramare: un bel locale dove ho mangiato come non mi succedeva da anni, soprattutto per la qualità dei prodotti (pesce). Manco a farlo apposta trovo alle pareti del locale vari poster che ricordano tori e corride; quale occasione migliore per rievocare le mie letture taurine: l’argomento non susciterà, purtroppo, l’entusiasmo che speravo, soprattutto a causa di certo pesce spada e di uno scampo in crema di carciofi che mi sono ancora ben presenti alle papille gustative (stavo scrivendo pupille e non avrei detto male visto che anche con gli occhi li ho mangiati).
Una due giorni che mi ha riconciliato col mondo.
Al momento di rientrare decido di concedermi una pausa in quel di Forlì, attratto dalla bella mostra dedicata al Liberty, ma questa è un’altra storia.