Fine settimana impegnativo: il 4 marzo è una ricorrenza che festeggio poco e che dovrei, invece, valorizzare molto di più.
Correva l’anno … non ricordo, andrò a cercare negli annali; frequentavo ai tempi la parrocchia della SS. Stimmate, nel quartiere Montanara, tenuta dai padri Stimmatini ove prestava preziosa opera anche un sacerdote originario della diocesi di San Severino, nelle Marche, don Alberto (non sono certo del cognome).
Ebbene in quel tal anno, il 4 marzo, mi confessai, tornando alla comunione con la chiesa di Roma, come si suol dire.
Fu il culmine del mio ritorno alla chiesa cattolica alla quale continuo, del tutto indegnamente, a desiderare di appartenere.
Data importante.
A quel tempo ignoravo, l’ho scoperto ben più avanti, che il 4 marzo è anche il compleanno di mio padre, che ho festeggiato ieri sera, in un ristorante di Parma.
Serata che oso definire catastrofica: il ristorante si è rivelato un posto molto caotico, con un servizio assolutamente non adeguato, un’autentica delusione.
I commensali erano in maggioranza assoluta donne, rispetto alle quali, devo ammetterlo, non mi sono comportato bene e sto utilizzando un eufemismo.
Ero maldisposto, non so bene nemmeno io perchè, e non ho fatto nulla per cambiare rotta; al tavolo ho scelto un posto il più defilato possibile ed ho evitato qualunque approccio.
A inizio cena le quattro donne ospiti, esclusa la moglie di mio padre, hanno esordito con una frase che mi ha molto imbarazzato: hanno iniziato dicendo che erano tutte o divorziate o vedove e che, quindi, avrei dovuto mettermi seduto in mezzo a loro.
Una frase di questo tipo è perfetta per farmi irrigidire e sollevare tutti gli schermi di difesa possibili.
La moglie di mio padre, che avevo a fianco, continuava poi a lamentarsi: del ritardo nel servizio, del ritardo dell’antipasto, del ritardo…
Ho chiacchierato con mio padre, ma di argomenti insignificanti, giusto per rimarcare l’abissale distanza che c’è tra noi, fino alle 23.00 quando il tormento è finito e me ne sono volato finalmente a casa.
La giornata di oggi, invece, è stata connotata da una escursione: la meta principale era la pieve di Santa Maria Assunta a Fornovo Taro.
Dopo avere letto quanto scritto da una delle migliori Ninfa Egeria che conosca, il vulcanico Francesco Gallina (come ninfa, vista la barba, sarà forse scarso, ma quanto ad abilità narrativa e capacità di suscitare la curiosità…), l’altra ninfa delle escursioni è Silvia Sangiorgi, che normalmente delizia anche il palato con gustosi pranzetti, tornando a Francesco e censurando le sgrammaticature di questa intricata frase… beh il Nostro ha iniziato una collaborazione con il Parmense, giornale online dedicato alla provincia di Parma.
Frutto di questa collaborazione un bellissimo articolo dedicato alla pieve di Santa Maria Assunta a Fornovo; dopo averlo letto mi sono vergognato di non averla ancora visitata e mi ci sono fiondato subito, nel pomeriggio di oggi.
Per tutti i dettagli rimando all’articolo di Francesco; da parte mia aggiungo che è una meta da non perdere.
Seguendo sempre le indicazioni “francescane” mi sono allungato fino a Serravalle Ceno, per visitare pieve e battistero, il più antico della provincia, ma l’ho trovato chiuso.
Ora non resta che sistemare le foto, quasi 200, che ho scattato.
Nel frattempo è arrivato il primo narciso, proprio oggi è completamente sbocciato, ad allietare il mio giardino, assieme alle violette, sia bianche che viola, che timidamente, ma anche con decisione, spuntano qua e là nel giardino e nell’orto, dove creano delle macchie colorate che mi rallegrano l’animo.
Parma, 5 marzo 2017, prima domenica di quaresima