Oggi esco da una settimana infernale, dominata dai cani che ho persino sognato spuntare dai tetti di casa; spero sia finita e con qualche risultato positivo! Finisce invece domattina alle 7 la reperibilità che mi ha tenuto a Modena impedendomi di fare un salto a Milano per partecipare alla festa di compleanno di una persona che mi ha invitato sebbene non mi conosca personalmente se non di vista: ci vediamo mensilmente a Milano ma non abbiamo scambiato più di un paio di battute nel corso di questi anni.
Parlo, com’è ovvio, del Dottor Giacomo Contri.
Anni orsono, sono tanti ormai, Silvia e Gabriele cui debbo gratitudine ancor oggi, mi regalarono un volume dal titolo assai filosofico e dal contenuto, ad una prima lettura, del tutto incomprensibile “A non è non A”, contenente i materiali del corso organizzato a Milano dallo Studium Cartello nell’anno 1994/1995.
Mi misi di buona lena a rileggerlo e da allora non smetto di lavorare sui materiali prodotti dal Dottor Contri come da altri.
Oggi voglio ringraziarlo per avere offerto all’appetito di chiunque volesse approfittarne, un’enorme mole di stuzzichini – gli articoli di think – sfornati ogni giorno come l’uovo di gallina che può essere utilizzato per infinite creazioni, crudo o cotto: dolci, pasta, primi, secondi, contorni, salse, da solo o unito ad altri ingredienti.
Mensilmente, poi, i contributi del Corso, insomma un grandissimo lavoro a sostegno di un pensiero spesso malridotto, massacrato e massacrante.
Mi piace la metafora dell’uovo perchè contiene l’idea di lavoro che trasforma (lo zabaione è la metafisica dell’uovo), di prodotto elaborato perchè altri possano a loro volta utilizzarlo o goderne, di commerci e quindi di vita sociale con guadagno possibile per tutti coloro che vogliono metterci del proprio, come il cuoco che crea nuove ricette, con la differenza che il Dottor Contri non ha voluto tenere segreta la ricetta, anzi ha chiarito che non ci sono segreti che valga la pensa di tenere o di ritenere tali (salvo quelli banali che servono giusto per alcune incombenze della vita quotidiana, senza sopravvalutazioni).
Non si è posto come un guru, come un sapiente maestro da seguire ma come un operaio del mattone al cui lavoro partecipo per e con mio guadagno.