campi nomadi e nozze gay a Bologna

MI capita sotto mano un interessante articolo del Corriere della Sera di oggi, 7 novembre.

Tratta delle polemiche sulla visita, prevista per i prossimi giorni, del segretario della Lega, Matteo Salvini, ad un campo nomadi a Bologna: anpi, sel, usb (e che è?) e centri sociali in rivolta.

L’antefatto: una visita, non si capisce se autorizzata o meno, nel medesimo campo di una consigliera leghista che è stata sbeffeggiata e aggredita da alcune donne; ignoro gli antefatti quindi non entro nel merito.

Quel che mi interessa sono alcuni dettaglie che, per meglio capire, provo a sintetizzare come li leggo dall’articolo:

il 3 novembre la consigliera della lega, non da sola, va in visita al campo nomadi, dove avviene l’increscioso episodio delle botte; il fatto viene ripreso da telecamere o telefonini, non so, e pubblicato in rete;

il segretario leghista Matteo Salvini dichiara di voler visitare il campo;

forze politiche e sociali si schierano contro la visita.

Come sempre questore e prefetto sono tirati per la giacca.

Siamo in campagna elettorale per l’elezione del consiglio regionale.

La consigliera aggredita lamenta la mancata solidarietà da parte del sindaco e rincara la dose citando affermazioni di politici dell’altra parte, non proprio di sostegno.

Il comune di Bologna, che pare abbia pagato luce e acqua al campo per 213.000 euro nel 2013, interviene sottolineando che c’è un regolamento comunale che prescrive alcuni comportamenti (cito da 24emilia.com):

intanto l’ingresso è consentito ai soli consiglieri comunali che possono farlo  «per ragioni del proprio ufficio e qualsiasi abuso delle informazioni assunte in tale sede può arrivare anche a costituire violazione del segreto d’ufficio».  …

“Sull’episodio è intervenuto l’assessore bolognese al welfare, Amelia Frascaroli: “Gli esponenti della Lega nord sono entrati nel campo di via Erbosa senza autorizzazione, cosa consentita solo ai consiglieri comunali, e non ad altri come si è verificato. Questo non giustifica le violenze a cui abbiamo assistito. Condanniamo in maniera decisa quanto accaduto alla consigliera Lucia Borgonzoni. Siamo però dispiaciuti nel vedere provocazioni e mancato rispetto delle regole come strumenti di campagna elettorale, tutto senza il minimo rispetto per la condizione di difficoltà che vivono i sinti italiani, non rom, che da tempo abitano in quel campo.”

Ordunque come uscire da questo turbinio di polemiche?

Banalmente e probabilmente in maniera un po’ ottusa: si sanzionino ai sensi del regolamento comunale tutti quelli che sono entrati nel campo nomadi senza autorizzazione; se Matteo Salvini non ha titolo per entrare se ne stia a casa o trovi altre forme di protesta: se esiste una norma un parlamentare italiano, europeo, un consigliere di qualunque ordine e grado, chiunque rivesta cariche pubbliche cerchi di rispettarla (se la norma è sbagliata la si cambi, se possibile, altrimenti il banale rispetto è cosa apprezzabile o sbaglio?).

Gli abitanti del campo nomadi non hanno meno diritti dei comuni cittadini e questi diritti non devono essere in alcun modo violati!!!

Come ogni cittadino italiano è bene ricordare che anche gli occupanti del campo nomadi hanno anche qualche dovere e del rispetto di questi deve essere chiesto conto, salvo fare, come spesso accade, del razzismo al contrario.

I politici devono rispettare le norme (se sindaci magari pagare le multe, come leggo pare non accada ovunque), cambiarle quando inadeguate ma rispettarle.

Giustamente i politici bolognesi di maggioranza chiedono il rispetto di quelle vigenti.

Mi capita anche di leggere che il sindaco di Bologna, stessa città, medesimi politici, sia in conflitto col prefetto per via della registrazione delle nozze gay contratte all’estero.

Il prefetto ne ha disposto la cancellazione perchè, in base ad una circolare ministeriale, sarebbero in qualche modo contra legem, ma il sindaco come la prende?

“Chiarisce il primo cittadino: “Io questa cancellazione non la farò, perché contrasta con il diritto europeo,con la nostra Costituzione, con il diritto delle persone che hanno chiesto la trascrizione, con la storia e il futuro della città che ho l’onore di rappresentare, che non vuole cittadini di serie A e serie B, e con la mia coscienza” (citazione da ilrestodelcarlino.it).

Tradotto significa che c’è una legge vigente in Italia che vieta questo tipo di registrazioni, una legge che non piace a molti, che forse contrasta con altre leggi o principi ma che, al momento, è vigente e non ci sono decisioni delle supreme magistrature italiane o europee a dichiararla illegittima.

Questi, in sintesi, se non ho mal compreso, i termini della disputa (poi è ovvio che servirebbe trovare una soluzione, ma questo spetta a chi ne ha la competenza, cioè ai nostri politici).

Non so bene perchè ma qualcosa sembra che non torni: se il comune di Bologna invoca il rispetto del suo regolamento comunale, com’è giusto che sia, tanto da voler vietare la visita di un parlamentare (che rappresenta la nazione o sbaglio?) ad un campo nomadi, logica vorrebbe che rispettasse con ancora maggior rigore ed attenzione una legge dello stato. Chi rappresenta lo stato o un ente locale darebbe un ottimo esempio criticando, anche aspramente, le scelte politiche che non condivide, ma rispettandole fino a che non vengano corrette o cassate.

Immagino di essere ingenuo e un po’ stupido, penso alle tante battaglie di disobbedienza civile che hanno introdotto importanti innovazioni, tuttavia siamo in un periodo orribile, con un paese allo stremo, con un senso civico da vergogna, forse non sarebbe male fermarci un momento e riflettere.

Le tante discussioni che sento in giro mi sembrano molto favorevoli, per un verso, all’idea che serva un uomo forte (il Grande Promettitore di oggi deve il suo successo anche a questo, temo), per un altro verso cercano di far entrare nella voce “diritti” delle pretese insostenibili.

Ondeggiando tra Scilla e Cariddi non si va da nessuna parte, com’è sotto gli occhi di chiunque.

Purtroppo l’età e le poche competenze mi impediscono di emigrare, cosa che medito da tempo.

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