Un banale episodio di questi giorni mi ha fatto molto divertire: grazie ad una cortese collega ho scoperto che in un “importante” calendario (di cui non darò riferimenti per non fare pubblicità) il mese di giugno ha 31 giorni.
Non v’è chi non sappia che giugno è il mio mese preferito, per tante ragioni che non sto a spiegare (quando maturano le ciliegie?) per cui mi sono molto compiaciuto della scoperta: finalmente aumentiamo la durata di un giorno a questo splendido periodo dell’anno.
L’episodio, ribadisco assolutamente banale, mi ha risvegliato rimembranze liceali leopardesche; chi è mio coetaneo ricorderà sicuramente il “Dialogo di un venditore d’almanacchi e di un passeggere”, di Giacomo Leopardi, uno dei dialoghi delle “Operette morali”.
L’inizio: “Venditore: Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?” Vi immaginate quale imbarazzo se il “passeggere” avesse scoperto 31 giorni a giugno? Il dialogo avrebbe potuto prendere tutt’altra imprevedibile piega e chissà, Leopardi guadagnare la fama di inossidabile ottimista (sul pensiero di Leopardi rimando ad un bel post di Giacomo Contri: https://www.giacomocontri.it/2013/11/il-mio-ambizioso-fratello-leopardi/).
Tralascio lo sconcerto che avrebbe provato il buon Pontefice Gregorio XIII che della durata dell’anno fu riformatore (ma lo modificò, giustamente, in ottobre).
Evidentemente si tratta di una sciocchezzuola, una pinzillacchera come avrebbe detto Totò, che ha fatto il paio con un’altra, completamente diversa ma sullo stesso tenore: il giornale locale (che peraltro io non leggo praticamente mai e ne faccio un punto d’onore), la Gazzetta di Parma, ha dedicato, come ogni quotidiano in Italia, un articolo dedicato alle dimissioni di Silvio Berlusconi dall’ospedale.
Il titolo dell’articolo, anche in questo caso si tratta di sovrabbondanza era: “Berlusconi dimmesso dal San Raffaele”: leggo numerosi errori, ultimamente, sui quotidiani, di certo è calato il livello di attenzione all’ortografia, ma un errore di battitura così evidente e in un titolo ancora mi mancava.
La curiosità che vorrei segnalare, invece, agli psicologi, che, ne sono certo potrebbero edificarci una teoria, è che nessuno di coloro ai quali ho condiviso la foto del mese di giugno ha prestato la benché minima attenzione ai giorni e tutti, io compreso, si sono soffermati a cercare inesistenti dettagli da individuare nella fotografia di corredo.
A chi ha tempo e voglia lascio trarre le conclusioni, per parte mia mi sono limitato ad un innocuo divertissement.
Chiudo con la citazione di un famoso architetto, Ludwig Mies van der Rohe: “Dio è nei dettagli”, che si potrebbe ampliare con “Dio è nei giorni del calendario (o nei titoli di giornale)”; questo architetto, nacque ad Aachen, in italiano Aquisgrana, famosissima città tedesca che, ad una indagine effettuata presso conoscenti, è risultata trovarsi in Francia, in Lazio, vicino a Roma: Aquisgrana è una delle mete cui ambisco, passata la bufera covidesca, per le vestigia di uno dei “fondatori” dell’Europa, Carlo Magno.
Parma, 18 maggio 2021, memoria di San Felice da Cantalice