Buona Pasqua a tutti: augurio formale perché la forma conta, eccome se conta.
Anche quest’anno si festeggia, la stessa festa, come ogni anno, eppur sempre diversa perché il cristianesimo è storia dell’Incarnazione.
La Pasqua, resurrezione di Gesù Cristo, non è solo un momento di cui fare memoria ma è un presente vivo e attivo.
Non voglio porre l’accento sulla sofferenza di Cristo, i romani ci sapevano fare in materia e non hanno trattato Gesù in modo troppo diverso da tanti altri cui hanno inflitto identica pena, ma sottolineare che è accaduto qualcosa che l’uomo faticava a concepire: Gesù ha offerto un pensiero inaudito.
Quale? Che il corpo non è la prigione dell’anima.
Ci sono state numerose eresie che hanno contestato la realtà corporea di Gesù, qualcuno ha sostenuto che il Figlio di Dio sarebbe entrato da un orecchio dell’uomo Gesù per poi abbandonarlo, tipo sacco di patate, al momento della crocefissione.
Il mio professore di disegno e storia dell’arte, di cui ho parlato di recente, ad esempio, sostiene che la crocefissione sia simbolica poiché sarebbe impossibile, a suo dire, crocifiggere Dio.
Immaginiamo, per un momento, la resurrezione: Gesù compare ai discepoli di Emmaus e agli apostoli, mangia con loro, cioè ripete un’esperienza sociale e soddisfacente: non si mangia mai da soli, non si mangia senza corpo, non si mangia per istinto.
Quella metafisica ambulante che è l’essere umano riceve l’offerta di un possibile desiderio: che il corpo risorga e in paradiso.
Cosa sia il paradiso non sappiamo né credo valga la pena di dedicarcisi troppo, sarà quel che sarà con alcune certezze: ci sarà il corpo e ci sarà, finalmente sano, il pensiero senza il quale il corpo è solo cadavere.
Ci saranno affari, senza preclusioni, scoperte, esperienze di ogni tipo, senza l’impaccio della malattia che si chiama nevrosi: i moti del corpo andranno a buon fine e i partner saranno affidabili.
Qui sta l’interessante: partner affidabile, questo credo possa essere un appellativo pasquale del Risorto.
Affidabile perché non menzognero e perché ci offre una bussola, uno scibboleth come amo citare spesso io, che è applicabile con profitto all’intera esperienza umana: questo scibboleth è il rapporto con-veniente con un certo Signore che Lui chiama Padre. Questo rapporto permette di giudicare, come un sovrano, e di sancire ciò che va e non va, ciò che piace e non piace: un rapporto che permette la soddisfazione di entrambi.
Il Padre è un sovrano che associa il Figlio, senza invidia né perdita di sovranità, anzi con guadagno per tutti, tanto che associano pure lo Spirito Santo.
Stamattina due colleghi dicevano che la chiesa cattolica ha fatto solo danni all’umanità, una in particolare sosteneva che l’idea del paradiso come premio ai poveri è stata molto utile per il dominio delle masse.
Le ho dato ragione, sostenendo che il paradiso è dei ricchi, non è roba da poveri; lei ha risposto: “si sono comprati anche quello”; lascio cadere questa affermazione, ci penserà la collega se vorrà, valorizzo, invece, l’idea che il paradiso sia accessibile ai ricchi.
Ricchi di cosa?
Non mi dilungo, a ognuno pensare a cosa significhi ricchezza, ricordo che i soldi non fanno la ricchezza, come “La leggenda del santo bevitore” ci insegna (quanti vincitori di ingenti somme si sono rovinati in brevissimo tempo?).
Per parte mia, in paradiso vorrei avere ancora a che fare con tante persone che ho avuto modo di conoscere nel mio percorso terreno che ormai volge al tramonto.
Non vorrei dimenticarne qualcuno ma lo farò, per cui chiedo scusa in anticipo.
Vorrei avere con me, oltre a mia mamma, mio fratello, i miei super nipoti, i miei zii ed i miei cugini, tanti amici da don Piero Sancisi, a Gabriele e Silvia, Federico Buzzi, Roberto Mastri, Umberto Farina, Agostino Babbi, Marta Mauro Giacomo e Tommaso, Paolo Fabbri, Angelica Costa, Stefano Brunori, Cristian Rocchi, Stefano Muratori, Danilo (de Roma), Roberta Berardi, Silvia Semprini, la Wonderdanielina, Marco Guerrieri, Davide Zavatta, Andrea Rosa, Ivano Savoretti, Massimo Schiaratura, Elisa Fancinelli, Sabrina Menghini, Paolo Piccinini, Cristian Cosimo, Gianluca de Simone, Claudio Castagnoli, Fiorella Artioli, Marco Gatti, Stefano Bonini, Piero Catellani, Loris Montanari, Jader Bonanni, Andrea Piselli, Valentina e Nicola, Miranda Corradi, Daniele del Fabbro, Cristina Favalli, Lulù Ferrandi, Francesco Gallina, Stefania Lodi Rizzini, Serena Baschieri, Gaspare Contrino, Fabio Montebelli, Giuseppe Zani.
Lungo elenco, sicuramente noioso da leggere, ma importante perché ciascuno è stato ed è occasione di (s)fruttamento, sottolineo la parola frutti.
Temo di averne dimenticati ma pazienza.
A ciascuno i miei migliori auguri.
Auguri anche a Sua Eccellenza Monsignor Enrico Solmi, vescovo di Parma e Abate di Fontevivo, che ho avuto il piacere e l’onore di incontrare in varie occasioni e di venire trattato con squisita cortesia.
Auguri ai colleghi che ho avuto modo di incontrare nelle tante occasioni che mi sono state offerte dagli amici del sindacato, in giro per la regione.
Auguri ai colleghi della polizia di stato, cito Michele in rappresentanza di tutti, coi quali ho lavorato con piacere.
Auguri ai miei colleghi di Parma; chi stimo sa che a lui o lei mi riferisco.
Auguri ai vari medici che ho avuto modo di incontrare in questo periodo.
Chiudo davvero con un augurio a chi non sopporto, a chi evito, a chi non voglio proprio bene perché possa accadere a me e a loro di riaprire strade che si sono chiuse.
Buona Pasqua di Resurrezione.
Parma, 21 aprile 2019 Pasqua di Resurrezione