Auguro Buon Natale, anche buon anno o buone feste per evitare discussioni ma è risaputo che considero il capodanno un evento poco significativo.
Il Natale, invece, un valore ce l’ha, eccome.
Si tratta della nascita di un Bambino: Puer natus est nobis; non un bambino qualunque (si può essere bambini qualunque? ne ho parlato – del qualunque, in un altro post cui rinvio) ma uno che ha ricevuto la graziosa visita dei Magi che hanno portato in dono i famosissimi oro, incenso e mirra.
Regali impegnativi e assolutamente inutili per un poverello, profugo, nato in una grotta al freddo e al gelo.
Della serie: o erano tonti i Magi (anche nella versione della formazione reattiva dei benefattori) o avevano una percezione della realtà diversa da quella che lo stomachevole politicamente corretto (anche qui formazione reattiva a volontà) ci sta ammannendo da un po’ di tempo.
I Magi sono andati a trovare uno che non aveva bisogno di nulla, o meglio, hanno fatto regali da sovrano, cioè da uno che non ha bisogno di ricevere regali (o mancette).
Hanno riconosciuto a Gesù uno statuto, una costituzione, ben diversa da quella del povero.
Mentre scrivo queste righe mi viene in mente l’immagine di me bambino che giocavo coi soldatini di plastica; li disponevo e spostavo a seconda delle necessità strategiche, per poi farlo scontrare e concedere il serto della vittoria al soldatino preferito.
Un Dio che si fosse incarnato “da Dio” questo avrebbe potuto fare con gli uomini; uscire dal balcone del Colosseo (non c’era ancora ma che c’entra, da Palazzo Venezia va bene lo stesso) e dire quel che ha magnificamente sintetizzato Alberto Sordi ne “Il marchese del Grillo”: “Io sono Dio e voi non siete un beep”.
Gesù, figlio di un certo Signore, ha scelto una strada diversa da quella della sottomissione e/o dell’affascinazione (innamoramento).
Entrato in punta di piedi, ma senza falsa umiltà, ha lasciato a ciascuno il lavoro – ho scritto recentissimamente cura – la cura di prendere quel che Lui aveva pensato.
Prendere, cioè mangiare, far proprio, con possibile produzione di impensati, cioè ricchezza.
Siamo nell’ordine del possibile poiché non c’è causalità di nessun tipo, salvo il ritorno all’idea dei soldatini (chiamabili fato, astrologia, neuroscienze, psicologia, innamoramento e via sproloquiando).
All’incarnazione di Gesù si sono opposti in tanti modi e da quasi subito gli stessi sedicenti cristiani: l’attacco è stato mosso alla carne, che il pensiero greco (ancora dominante?) vedeva come prigione dell’anima.
Ci sarebbe da scrivere la storia di questa eresia e scovarne gli abili travestimenti che anche oggi la mantengono attuale, ma la chiesa ci insegna che non è utile interessarsi troppo del demonio per non restarne invischiati: saggio consiglio (che la nevrosi ignora).
Dunque il Signore, qualcuno che ha deciso di diventare uomo e di mantenere il corpo fino alla Resurrezione, il 25 dicembre viene alla luce: è un fatto storico che invita a prendere posizione, le conseguenze non tarderanno ad arrivare.
Esiti costituzionali di sovranità, con possesso pacifico della terra o di esilio, con conseguente guerra civile e povertà di ogni ordine e grado.
A ciascuno di coloro che chiamo amici l’augurio di riscoprire il pensiero sovrano di Gesù.
In momenti come questi mi viene naturale ricordare con particolare vicinanza le tante persone che in un qualche modo mi sono state favorevoli, cioè di aiuto ad avere cura del mio pensiero; a ciascuno vada il mio augurio di un Santo Natale, di una festa che accada, che permetta che qualcosa accada.
Ricordo i tanti amici, da Gabriele e Silvia a Roberto (da Forlì con furore), Federico, Paolo, Fabio M. Marta con tutta la famiglia, Angelica, Umberto e Luana, Agostino, Davide Z., Marco G. Andrea R. Ivano S., Cristian R. Massimo S., Miranda C., Fiorella A. Elisa F., Serena B. Gaspare C., Roberta R., Stefano B. (sono due uno di Sorbolo ed uno di Rimini), Danielina, Silvia S. (con Riccardo), Claudia C. Claudio C.,Piero C., Andrea P., Valentina e Nicola, Loris M., Alesso C., il mitico Cristian C., Alberto C., Marco dM., Gianluca dS., Daniele dF., Cristina F. (ex Colorno), Lulù F., Francesco G., Marco G., Fabio G., Francesco lM., Stefania LR., Maurizio M., Sabrina M., Paolo P., Danilo (de Roma), Alessandro S., Alberto S.
Ne dimentico sicuramente qualcuno, mi perdonerà.
Un augurio anche ad alcuni colleghi di Parma (al mio socio, in particolare, lui sa chi è) e ad alcuni uomini che vestono una divisa di altra polizia: Michele e il suo capo (che non nomino perché mi fa un sacco di soggezione) che sono stati una delle poche luci in questo anno (ma ne riparlerò).
Lascio buoni ultimi (secondo il Vangelo) i miei amatissimi nipoti Simone e Laura, mio fratello Graziano con mia cognata Silvia, i miei zii ed i cugini che sanno quanto desideri per loro ogni bene.
Spero di poter rivedere e risentire ognuno, nel frattempo un augurio cordiale.
Parma, 25 dicembre 2018 solennità del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo