buon giorno

Oggi è festa civile, una di quelle feste senza senso; è anche solennità quindi Messa di precetto.

Alle 10 in San Benedetto: il sacerdote celebra tutta la liturgia della parola in piedi, fuori dal presbiterio, all’inizio della navata, forse per sentirsi più vicino ai pochi fedeli presenti; Gloria e Credo fatti recitare a cori alterni (prete che vai liturgia che trovi o, come si usa dire: ogni sagrestia ha la propria liturgia).

La liturgia di oggi offre la famosa benedizione che Mosè riceve dal Signore per il popolo; un esempio evidentissimo, tra gli innumerevoli della Bibbia, del rapporto tra Israele ed il SIgnore (di questo ho parlato varie volte, specie dopo le chiacchierate con Gabriele Trivelloni sulla metafisica del rapporto).

Questa benedizione, nella sua semplicità mi sembra bellissima.

Da ricordare ogni giorno, all’alba e al tramonto.

Dal libro dei Numeri, capitolo 6:

24 “Benedicat tibi Dominus et custodiat te!
25 Illuminet Dominus faciem suam super te et misereatur tui!
26 Convertat Dominus vultum suum ad te et det tibi pacem!”.

“Ti benedica il Signore
e ti custodisca.
Il Signore faccia risplendere per te il suo volto
e ti faccia grazia.
Il Signore rivolga a te il suo volto
e ti conceda pace”.
Bene, pensando agli avvenimenti di questi giorni mi viene di rivolgere questo augurio a ciascuno degli amici, parenti, conoscenti e benefattori che ho incontrato o frequento tutt’oggi.
Non mi ripeto in lunghe liste di nomi, ma il pensiero corre agli amici che a Fidenza, Parma, Rimini, Poggio Berni, Modena contribuiscono a rendere gradevole la vita.
A ognuno il mio augurio, che non è il solito, scontato buon anno, ma un sentito buon giorno, perchè è la vita quotidiana il momento opportuno per lavorare perchè ogni giorno possa diventare un buon giorno.

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