Oggi ricorre la memoria del Beato Carlo I d’Asburgo, ultimo imperatore d’Austria.
Casualmente giusto ieri, cercando della musica d’epoca mi sono imbattuto nell’inno nazionale austriaco e in alcuni spezzoni delle esequie della vedova del Beato Carlo I d’Asburgo, l’imperatrice Zita di Borbone Parma ed anche in quelle di suo figlio, Otto d’Asburgo.
Mi è piaciuto, com’è ovvio per chi mi conosce, il rito solenne ed austero ed in particolare la sua conclusione con l’ingresso della salma nella famosissima Cripta dei Cappuccini, Kaisergruft o Kapuzinergruft che ho visitato due volte, a Vienna, sacrario dei membri della famiglia degli Asburgo, ove riposa anche l’arciduchessa Maria Luigia, duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla.
Luogo straordinario, la Kaisergruft, con alcune tombe, di stile barocco, davvero capolavori d’arte.
Tra tutti spiccano i teschi coronati della tomba dell’imperatore Carlo VI, padre della grande Maria Teresa; ricordo che la prima visita avvenne in occasione della gita con l’I.P.A. di Riccione ed ebbi come compagni due marescialli o qualcosa del genere) della guardia di finanza, uno dei quali, all’uscita era leggermente “disgustato” da quell’ambiente che sicuramente non è il massimo dell’allegria.
Vidi allora, ne ho un ricordo vago, qualcosa, forse una statua, dell’attuale Beato Carlo I d’Asburgo, che ancora non era stato elevato agli onori degli altari.
Non vi avevo prestato particolare occasione perchè non avevo ancora iniziato le mie letture riguardanti quel periodo tragico della storia umana che è stata la Grande Guerra.
Poi è nata la passione per questo periodo o meglio per alcuni temi che ruotano attorno a questo periodo ed è sbocciata la simpatia per gli Asburgo.
Eccoci all’ultimo imperatore, un uomo morto prematuramente in Portogallo e vissuto con ben chiaro quale fosse il suo ruolo ed il compito che la sua nascita e formazione richiedevano.
Il socialista radicale francese Anatole France disse di Carlo (fonte Trentagiorni): “È l’unico uomo decente, emerso durante la guerra, ad un posto direttivo; ma non lo si ascoltò. Egli ha desiderato sinceramente la pace, e perciò viene disprezzato da tutto il mondo. Si è trascurata una splendida occasione”.
Il Beato Carlo I d’Asburgo cercò in ogni modo di por fine alla guerra ma altre e ben più potenti forze lo hanno reso inoffensivo.
Un potente che ha vissuto cristianamente il suo ruolo è un gioiello più unico che raro, se penso agli attuali reggitori delle pubbliche e miserevoli sorti.
Il Beato Carlo I d’Asburgo non è sepolto nella Kaisergrut perchè il suo corpo riposa a Madeira ed il suo cuore, unito a quello della moglie Zita è invece in un monastero svizzero.
Per lui quindi non è stato celebrato quel rito solenne che citavo all’inizio e che tanto ho apprezzato; un rito che ha avuto inizio con la sepoltura di sepoltura dell’imperatore Ferdinando III, il primo ad essere sepolto nella Kaisergruft.
Ecco come si svolge (fonte wikipedia): terminate le esequie solenni, la bara, senza alcun seguito e preceduta soltanto dal ciambellano di corte, discendeva la scala verso la cripta. Tutte le porte presenti lungo il percorso, all’avanzare del corteo, venivano man mano chiuse e sbarrate alle spalle del feretro, fino a che si giungeva alla porta d’ingresso della cripta che doveva essere rigorosamente chiusa e innanzi alla quale si osservava il più assoluto silenzio.
Il ciambellano, con molta decisione, bussava quindi alla porta dietro cui si trovava il priore dei cappuccini, il quale chiedeva in latino: “Chi è?“. Il ciambellano, con voce ferma e imperiosa, rispondeva elencando la lunga serie di titoli che spettavano di diritto al defunto Asburgo. Al termine dell’elenco, il priore replicava risoluto “noi non lo conosciamo”. Il ciambellano bussava una seconda volta, e alla domanda del priore annunciava la presenza di “Sua Maestà Imperiale”. Nuovamente il frate rispondeva “noi non lo conosciamo”. Dopo una breve pausa il ciambellano bussava ancora, questa volta lievemente. Il priore chiedeva per la terza volta: Chi è?'”. Risposta: Un povero e miserabile peccatore'”. Al che il priore apriva la porta e consentiva alle spoglie mortali dell’imperatore di accedere alla sua ultima dimora.
Un rito straordinario, come straordinaria è stata la breve vita del Beato Carlo I d’Asburgo, che spero voglia intercedere per noi e per quella pace che sembra rimessa in pericolo da tante tensioni più o meno occulte di questi tempi.
Beato Carlo I d’Asburgo ora pro nobis.