Arrabbiarsi o non arrabbiarsi, questo è il dilemma, avrebbe detto qualcuno ben più famoso del sottoscritto, ma su cosa verte l’amletica questione? Su una sciocchezza, anzi una pinzillacchera o quisquilia che dir si voglia, ma partiamo dall’inizio.
Il governo ha decretato d’urgenza e ha, finalmente, messo ordine nell’intricata materia degli atti emessi sull’urgenza di contrastare il malefico coronavirus, adesso tutto è chiaro.
Fino a ieri si denunciava per l’art. 650 del codice penale, procedimento destinato a finire in burletta o quasi: chiedendo l’oblazione è data la possibilità di pagamento di 103 euro con estinzione del procedimento penale, senza nemmeno intaccare la famosa fedina.
Da oggi si passa alle sanzioni amministrative, peraltro con sospensione di tutti i termini per notifica, ricorso, pagamento; chi è stato denunciato fino a ieri viene ammesso al pagamento di una somma pari a 200 euro (non mi è chiaro se anche in questo caso potrà godere dello sconto ma è poco rilevante in fondo), mentre chi viene controllato oggi rischia una sanzione di 400 euro con sconto 30% per gli identici comportamenti.
Cambia ancora l’autocertificazione che è un’altra di quelle cose che ci sarebbe da scrivere un romanzo; tra le varie, senza disquisire su stati, qualità personali e fatti da dichiarare, mi soffermo alla dichiarazione di essere a conoscenza delle ordinanze emanate dal presidente della regione di partenza e da quello della regione di arrivo: se mi fermano che sono diretto in Lombardia e gli dichiaro che ignoro il contenuto delle ordinanze lombarde che mi succede?
Vengo rispedito indietro? vengo sanzionato? e, in questo caso, per cosa? se chi controlla è, ad esempio, la polizia locale, che ha competenza territoriale limitata, possiamo ipotizzare che, legittimamente, ignori il contenuto delle ordinanze di una regione diversa da quella di appartenenza? (lo ignorano anche le forze di polizia, ci scommetto quel che volete).
Ma tutto questo passi, siamo in emergenza e sono d’accordo che era necessario dare dei segnali forti, quindi ben vengano tutti gli strumenti utili a stoppare i furbetti.
Quel che mi ha colpito ed addolorato è il solito comportamento di uno stato che riesce a dimostrarsi sempre e comunque “scorretto” e mi spiego citando dalla Gazzetta Ufficiale, il comma 9 dell’art. 4 del D.L. 19/2020: “Il Prefetto, informando preventivamente il Ministro
dell’interno, assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi delle
Forze di polizia e, ove occorra, delle Forze armate, sentiti i
competenti comandi territoriali. Al personale delle Forze armate
impiegato, previo provvedimento del Prefetto competente, per
assicurare l’esecuzione delle misure di contenimento di cui agli
articoli 1 e 2 e’ attribuita la qualifica di agente di pubblica
sicurezza.”
Eccoci al dunque: il prefetto assicura l’esecuzione delle misure avvalendosi di chi? forze di polizia ed eventualmente esercito; costava tanto inchiostro inserire anche le polizie locali?
Di cosa aveva paura il legislatore? Forse di riconoscere che ci sono anche altri, oltre alle forze di polizia, che quotidianamente fanno lo stesso identico servizio?
Servizio che non si può non prestare, aggiungerei io, visto che l’impianto legislativo vigente (L.65/86 e L.689/81) lo prevede espressamente.
In un momento di emergenza, dove tutti sono chiamati a collaborare, facendo ciascuno la propria parte, era così difficile riconoscere che lo stato si avvale anche della collaborazione delle polizie locali?
In Spagna, se il mio spagnolo non mi ha fatto prendere una cantonata (non improbabile), la Polizia locale è passata tutta alle dipendenze del ministero dell’interno, così come le polizie delle varie autonomie, che coordina tutti gli interventi (e gli spagnoli, cui va tutto il mio affetto, sono preda di un governo anche più … del nostro. Pedro Sánchez e Pablo Iglesias mi fanno sembrare statisti i nostri, il che è tutto dire).
Ecco cosa mi fa arrabbiare, un’inezia rispetto alle difficoltà in cui tantissima gente si trova ogni giorno, situazioni anche strazianti e quindi i nostri governanti hanno sicuramente altro cui dedicare le proprie attenzioni, ma un riconoscimento alla collaborazione delle polizie locali l’avrei apprezzato molto.
Non mi arrabbio per questo, non ne vale la pena, so bene che non ci sono speranze di riforma per tantissimi motivi che non sto qui ad elencare, mi sono rassegnato molto tempo fa, ma ogni volta che vedo sprecata un’occasione, ci resto ancora male anche se, visto il governo che abbiamo, mi stupirei del contrario.
Parma, 26 marzo 2020 memoria di Sant’Emanuele Martire
1 commento
Aggiungi il tuo →Luciano in queste parole hai espresso chiaramente il pensiero di noi tutti appartenenti alla Polizia Locale. Grazie del tuo contributo.