Oggi ho partecipato ad un interessante corso di aggiornamento sulle ultime modifiche al codice della strada; una di queste, tra le tante (ne ho già fatto cenno a proposito del permesso di somministrare nella notte tra il 15 e 16 di agosto) novità una ha attirato la mia attenzione: la tutela degli animali.
Innanzitutto è previsto un decreto ministeriale che stabilisca “le condizioni alle quali il trasporto di un animale in gravi condizioni di salute può essere considerato in stato di necessità” e già questo mi fa tremare; da sempre lo stato di necessità è considerato una causa di giustificazione che libera da responsabilità penale e per gli illeciti amministrativi quando il fatto antigiuridico è commesso per la necessità di “salvare sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo … non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo”.
Cosa abbia a che fare lo stato di necessità con la tutela di un animale lascio a voi giudicare…
Ma la cosa più curiosa è la seguente: sono previste sanzioni pecuniarie per chiunque provochi un incidente con “danni a uno o più animali d’affezione, da reddito o protetti”, e non si fermi e ponga in atto “ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno” (sanzione di 389 €), così come è prevista una sanzione (più modesta, 78 €) per chiunque sia coinvolto in un incidente con danni agli animali definiti sopra e non ponga in atto ogni misura “idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso”.
Tutta questa severità per tutelare animali d’affezione, da reddito o protetti, ma scusate e gli altri? la sofferenza di merlo vale meno di quella di una specie protetta? Il dolore animale è discriminato a seconda della specie: soffre di più un animale protetto investito o una semplice gazza ladra?
Ma vediamo la teoria che, ancora una volta, condiziona il legislatore: quali sono gli animali d’affezione? certo cani, gatti e altri animali che abitano in casa e fanno compagnia … e gli animali da reddito? beh tutto chiaro, quelli che sono fonte di ricchezza economica per i prodotti che offrono (latte, carne, lana, pelli), ebbene come diceva giustamente oggi la relatrice, come dimenticare le api?
Animali che offrono un ottimo reddito e che è ben giusto tutelare, quindi se per caso investite un’ape dovete fermarvi e prestarle assistenza.
Se prestandole le prime amorevoli cure, però, scoprite che, per sua ulteriore sventura, questa non è un’ape ma una vespa … beh allora potete anche applicarle l’eutanasia e massacrarla senza pietà, la sua sofferenza non conta e voi non rischierete 389 € di sanzione; al contrario se è un’ape mi racomando di metterla in posizione di sicurezza e di chiamare l’ambulanza zoofila, se poi la poverina non sopravvive all’impatto perlomeno non sarete accusati di omissione di soccorso e potrete vivere in pace con la legge e con la vostra coscienza.
Ma questo non basta: non dimentichiamo gli animali protetti che sono tanti, ma proprio tanti così che sarebbe bene tenere in auto una copia del Regolamento Ce 407/2009 che ne contiene l’elenco.
Non pensate sia uno scherzo, con tutti gli importatori e collezionisti di animali esotici potreste ben investire con la vostra auto un serpente protetto e sarebbero guai se gli provocaste danni.
Per parte mia confesso già da subito l’intenzione di delinquere: tra gli animali protetti vi sono anche tarantole e scorpioni; se mai mi dovesse capitare di vedermi attraversare la strada da animali di quel genere cercherei proprio di spiacciarli, così ho pensato da oggi di mettere da parte un euro al giorno per l’eventualità di dover pagare la sanzione.
Non farò paragoni scontati con la mancata protezione dei bambini concepiti, sarebbe troppo facile ed altri parallelismi del genere ma noto che è in costante aumento l’affetto per gli animali, sempre più migliori amici dell’uomo o sostituivi di figli non avuti. L’imperativo categorico è quello di prendersene cura: pur di prendersi cura di ciò che ne varrebbe la pena … mentre scrivo mi accorgo dell’equivocità di questo modo di dire, valerne la pena.
Non c’è pena, non c’è fatica nell’avere cura del pensiero ma ci si dedica a qualunque fatica pur di evitare proprio questo lavoro.
Quanto agli non sono i migliori amici dell’uomo