Iniziata con l’avviso che il mio “fratello adottivo”, Umberto, ha avuto un problema al naso: nel pomeriggio sono stato rassicurato da lui stesso e la cosa mi ha alleviato la preoccupazione.
Non mi era mai accaduto prima: stamattina ho parcheggiato l’auto, per fare colazione al bar, lasciandola aperta e con le chiavi inserite (da giorni mi accade di dimenticare il telefono in giro).
Ho terminato il corso alla scuola regionale, con buona soddisfazione.
Due fantastiche colleghe (del comune) mi hanno informato – con legittima soddisfazione – di avere ottenuto un ottimo risutato di cui non posso precisare i dettagli per ovvi motivi di discrezione.
Alle 20.00 di stasera inizia la Sede Vacante.
L’idea di andare al lavoro mi provoca svariati sintomi; non un pensiero, invece, che sia positivo e mancano 1020 giorni all’alba.
Abdicazione e crisi sono parole che circolano, anche nella mia testa.
Mi si ripropone l’idea dell’amore (come l’isola?) che non c’è … indefessa e interminabile ricerca di una continua approvazione, con l’ansia di prestazione (timore di perdere l’amore per cui si è disposti a molto pur di non neanche rischiare): ne uccide più l’amore che non c’è della spada.