Il caldo è quello delle migliori occasioni, canicolare per dirla un po’ snobisticamente.
Sudo abbondantemente, come qualunque persona normale, in proporzione ai miei tanti chili.
Non me ne lamento, non mi dispiace questa sensazione.
Ho sempre amato l’estate, nonostante i disagi.
La frutta (ciliegie soprattutto ma anche pesche, meloni, fragole, albicocche), il caldo, le lunghe giornate di luce, tutto gioca a favore di questa stagione.
Questo clima mi ricorda il fine scuola, di me bambino che scappava a casa dei compagni, vicini di casa, per giocare. Ci andavo in orari improponibili, non saprei meglio precisare, ma credo che qualcuno mi rimproverasse per questo (mia madre direi sicuramente).
Mi mettevo all’ombra dell’albero che delimitava l’inizio della proprietà dei miei compagni di scuola, Massimo e Stefano, in attesa di scrutare la loro uscita, celato dalle frasche in modo da non essere visto dai genitori che mi incutevano tanto timore.
Erano orari che “non sta bene andare a casa della gente”, eppure a me piaceva; a me che avendo una mamma che faceva i turni, avevo margini di libertà diversi da tutti gli altri.
Un secondo ricordo è legato ad una grande stazione ferroviaria, un’immensa distesa di binari, scambi, piattaforme, tutto calcinato da un sole rovente ed implacabile. Questa immagine evoca Cesenatico, dove sono stato in vacanza, qualche volta, sempre in età scolare.
Fin troppo ovvio che le due cose assieme non stanno, tuttavia ne ho, sempre, un effetto gradevole, una sensazione di piacevolezza che non so spiegarmi.
Considero l’estate una stagione amica, come sempre amico ho creduto fosse il sole, non che ne ricerchi l’abbronzatura, ma la luce che diffonde mi aiuta a partire meglio, ogni giorno.
Un frutto dell’estate, poi, sono i fiori di cui metterò online alcune foto; quest’anno poi c’è anche la verdura che compartecipo a far crescere rigogliosa.
Le zucchine, sia tonde che lunghe, hanno già i frutti; i pomodori si stanno coprendo di fiori. Ricordo, sempre in età scolare, che coglievo i pomodori direttamente dalle piante e li mangiavo a morsi, magari mettendo solo un po’ di sale.
Il mio naso, è cosa nota, è in totale disarmo rispetto ai profumi ed odori, tuttavia, quello delle piante di pomodoro ancora lo avverto chiaramente e di nuovo provo una sensazione di piacevolezza appagante.
Recupero frammenti di memoria.
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