Qui si incontrano alcune tombe che sono nel famedio. Il famedio, peraltro, è un luogo alquanto deludente, molto “carico” di colore ma poco interessante; vi si trovano alcune tombe tra le quali quella di Cattaneo, un busto del cupo Mazzini (c’abbiamo certi padri della patria che a pensarci viene da espatriare), un busto di Verdi, la tomba di Manzoni.
Tra queste foto ci sono alcune delle mie predilette ed in particolare quelle della tomba della famiglia Cadei Pini. Esempio di nobile classicità, di sobria tristezza, composta ed austera.
Apprezzo molto anche la figura del giovane col braccio alzato che sembra sfidare la sorte; bellissima anche la coppia di coniugi, anche in questo caso sobri e composti.
Mi piace anche la tomba di Carlo Comizzoli, sottotenente sacrificatosi per la patria, dottore in legge ad honorem: la patria riconoscente concede al proprio figlio, prematuramente scomparso l’onore di un titolo di nessuna utilità.
La religione civile della patria che parassita il pensiero cristiano, adattandolo alle proprie necessità.
Poi c’è la tomba di Pietro Lazzati che guarda ancora con cipiglio il mondo sottostante e quella Bernardi con l’industria, stavolta ritratta in forme femminili, seduta.
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