Oslo in pillole

L’8 settembre ho dato inizio all’avventura ad Oslo, terminata il 10, in compagnia di Agostino, mio collega di lavoro e di viaggio, che da tempo mi onora della sua amicizia e che, spesso, si sobbarca delle incombenze burocratiche che svolge con attenzione e disponibilità di cui sono debitore riconoscente, e la di lui figlia, Giulia.

Aereo Ryanair, come al solito; arrivo all’aeroporto di Torp, viaggio in autobus ed infine ad Oslo (al bus terminal). Camera all’albergo Anker (c’è stata un po’ di confusione tra l’hotel e l’hostel che sono omonimi e uno a fianco dell’altro), al settimo piano, ampia, pulita, una delle migliori che abbiamo trovato in questi anni; un solo difetto: mancava l’areazione in bagno, per il resto nulla da dire, ottima anche la colazione con ampia scelta di strani piatti (che mi sono ben guardato di avvicinare), sono rimasto alla mia tradizionale burro e marmellata.

La città, devo confessarlo, non mi è particolarmente piaciuta. Nulla mi ha colpito particolarmente ed ho trovato l’atmosfera abbastanza fredda ed indifferente; anche la gita sul battello per vedere il fiordo è,  tutto sommato, abbastanza banale. Ho visto pochissima polizia in giro ma, in compenso, un gruppetto di tossici con tanto di buco in diretta, sotto il ponte pedonale dell’Opera House, l’unica opera che mi è piaciuta sul serio. Non ho potuto visitare l’interno del Municipio perchè erano in corso le elezioni e nemmeno il museo delle navi vichinghe (per scelta mia, in quest’ultimo caso).

Il museo di storia cittadina espone un tesoro vichingo che non è affatto male e, avendo un po’ di tempo, vale la pena visitare (anche perchè è gratis).

Discorso a parte merita il Museo Munch, molto, molto bello, piccolo ma davvero straordinario; è stata un’esperienza sicuramente molto positiva, così come la visita della galleria nazionale che, in un paio di stanze, ospita altri capolavori da non perdere.

Un altro luogo da visitare è il parco Vigeland (ci si arriva col tram 12, costo del biglietto di corsa singola  25 NOK (si possono acquistare nei negozi della catena 7/11), con le sue famosissime statue che mi ricordano molto atmosfere torbide a metà tra Futurismo e Belle Epoque, con virago e superuomini molto “muscolari”; mi sono venute in mente alcune scene dei film di Batman.

Nel parco ci sono anche alcune aiuole di rose dall’intensissimo profumo (e lo dice uno che quasi non li sente, i profumi), col venticello arrivavano vere e proprie ondate di un profumo ormai quasi scomparso. Lì è accaduto anche l’unico fatto sgradevole del viaggio: sono stato colpito da un regalino di un non meglio identificato pennuto che è riuscito a colpire contemporaneamente sia la manica della felpa che i pantaloni.

Come dicevo, l’escursione in battello (di due ore) del costo di 230 NOK, è assolutamente banale (ma è vero che io sono poco sensibile alle cosiddette bellezze naturali) e non vale la pena perderci tempo e denaro, così mi ha anche deluso il castello, insipido…

La città, nel suo insieme, mi ha offerto un’immagine di tranquillità (anche se i tossici mi hanno abbastanza inquietato), tuttavia la zona della stazione ferroviaria non mi è parsa ben frequentata, munita, comunque, di un sistema efficiente di mezzi di trasporto pubblici: taxi, tram, autobus, metro.

L’autostrada da e per l’aeroporto di Torp, invece, mi è sembrata ridicola (e al ritorno ho visto l’unico vero incolonnamento) con tratti addirittura a una sola corsia, sono convinto, però, che sia una scelta voluta ovvero che non si voglia incentivare l’uso dei mezzi privati su gomma (il che è condivisibilissimo). Approfittando delle offerte Ryanair direi che sarebbe bene tornare a Torp e da lì partire per la visita dei fiordi della zona nord del paese.

Ultima considerazione: il duomo (protestante) era chiuso per lavori, la chiesa che vedevo dall’albergo era chiusa, altre chiese (salvo una nel fiordo) non ne ho viste, Oslo pare una città senza Dio, ma su questo non faccio commenti.

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