Si avvicina ancora il Natale, festa arcinota a tutti e forse per questo, scontata.
Ma scontata non lo è affatto poichè non vi è alcun obbligo di festeggiarla (ed infatti normalmente non lo si fa se non per l’aspetto gaudente del pranzo e delle tradizioni consolidate).
Festeggiare il Natale… oggi sentivo, nella liturgia dell’ultima domenica prima di Natale, l’episodio, famoso del re Acaz che non vuole tentare Dio. Ecco il testo di Isaia, 7, 10-15:
“[10] Il Signore parlò ancora ad Acaz:
[11] “Chiedi un segno dal Signore tuo Dio, dal profondo degli inferi oppure lassù in alto”.
[12] Ma Acaz rispose: “Non lo chiederò, non voglio tentare il Signore”.
[13] Allora Isaia disse: “Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio?
[14] Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele.
[15] Egli mangerà panna e miele finché non imparerà a rigettare il male e a scegliere il bene.
Mi piace questo testo perchè, almeno per una volta, non è l’uomo a chiedere a Dio un segno, ma è il Signore, che ben conosce il re, a proporgli di chiedere un segno. L’idea di un rapporto di fiducia tra il Signore ed il re è chiarissimo, com’è evidente che il re vi viene meno. Cosa ha a che fare Isaia con il Natale? A parte l’ovvia promessa messianica (una vergine partorirà un figlio), la cosa interessante è proprio la venuta di questo bambino.
Bambino che mangerà panna e miele, figlio dell’alleanza che il Signore ha stretto con il re; da accogliere vi è, quindi, non solo il bambino, ma ciò che questi viene a portare: l’alleanza tra il Signore e il suo popolo.
Un popolo che esiste nella misura in cui il Signore si occupa di lui. Ma perchè questi dovrebbe occuparsi di un popolo che sa bene essere ribelle, testardo, idolatra e quant’altro di negativo si possa attribuirgli?
Il mio carissimo Don Piero Sancisi ha sempre sostenuto che gli ebrei hanno avuto l’idea che al Signore faceva piacere avere relazioni con gli uomini, cioè che dallo sheol non gli arrivano azioni di grazie, che coi morti non ci sono rapporti interessanti. Insomma gli ebrei avrebbero l’idea che conviene anche al Signore avere dei cosiddetti fedeli, ci guadagna pure lui.
Questo pensiero mi piace molto e mi pare adattissimo al Natale.
C’è un’idea di rapporto con guadagno reciproco nel farsi uomo del Signore; nel farsi uomo, non nel farsi bambino.
I doni che i re magi portano a Gesù non sono certo giochini per bambinetti; essi rendono omaggio ad un re, cioè ad uno che sanno penserà e agirà da sovrano, non da bambinello scemo che, come raccontano i vangeli apocrifi, uccide chiunque lo contrasti.
Cito dal vangelo apocrifo dell’infanzia di Tommaso, terzo paragrafo:
“[1] Ma il figlio dello scriba Anna se ne stava là con Giuseppe e, preso un ramo di salice, faceva scorrere via le acque raccolte da Gesù.
[2] Quando Gesù vide ciò che accadeva, sdegnato gli disse: “O cattivo, empio, insensato!
Che male ti hanno fatto le fosse e le acque?
Tu pure, ecco che ti seccherai come un albero; non metterai nè foglie, nè radici, nè frutto”.
[3] Subito quel ragazzo si seccò tutto. Mentre Gesù partì e andò a casa di Giuseppe.”
E continua al paragarfo successivo:
“[1] Dopo di ciò camminava per il villaggio, quando un ragazzo, correndo, andò a urtare contro la sua spalla.
Gesù, irritato, gli disse: “Non percorrerai tutta la tua strada!”.
E subito cadde morto”.
Questo Gesù si comporta da Dio; il Gesù dei Vangeli è trattato da Re.
Si ripropone ancora una volta un’alternativa, come sempre nella vita di ogni uomo.
Sono edificabili società ben diverse a seconda della strada imboccata.
Natale è questa occasione, come dice il profeta Isaia, 40, 3-5:
“3 Vox clamantis:
“ In deserto parate viam Domini,
rectas facite in solitudine
semitas Dei nostri.
4 Omnis vallis exaltetur,
et omnis mons et collis humilietur;
et fiant prava in directa,
et aspera in plana:
5 et revelabitur gloria Domini,
et videbit omnis caro pariter
quod os Domini locutum est ”.
In italiano:
“[3] Una voce grida:
“Nel deserto preparate
la via al Signore,
appianate nella steppa
la strada per il nostro Dio.
[4] Ogni valle sia colmata,
ogni monte e colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in pianura.
[5] Allora si rivelerà la gloria del Signore
e ogni uomo la vedrà,
poiché la bocca del Signore ha parlato”.
Ho il grande piacere di avere persone cui augurare di intraprendere il lavoro di abbassare monti e colli e preparare una via al Signore. Li cito uno ad uno per ringraziarli, poichè a vario titolo ed in modi diversi, mi hanno sfruttato o mi hanno permesso di sfruttarli, cioè di portar frutti, che è un altro modo di preparare la via al Signore.
A ognuno i miei auguri in occasione del Santo Natale 2013:
Don Pier Alberto Sancisi, che riconosco e onoro come padre; Gabriele Trivelloni, Silvia Sangiorgi, Daniela Adorni, Federico Buzzi, Marcello Galloni, Antonella Gonzaga, per restare nell’area di Parma; Roberto Mastri, Umberto Farina, Luana Zaccheroni, Andrea Rosa, Roberta Berardi, Maria Grazia Verni, Fabio Montebelli, Silvia Semprini, Daniela Capelli, Stefano Brunori, Davide Zavatta, Marco Guerrieri, Ivano Savoretti, Angelica Costa.
Marta, Mauro, Tommaso e Giacomo.
Agostino Babbi, Carmine Garzillo, Mirko Giacomini.
In quel di Modena Elisa Fancinelli, Andrea Piselli, Cristian Cosimo, Nicola Barozzi, Sabrina Menghini, Giorgio Pintaudi, Fabio Pestilli, Gaetano Raucci, Massimiliano De Col, Claudia Casarini, Paola Bortolotti, Francesco D’Addio, Massimiliano Martini, Virna Biondini, Claudio Castagnoli, Fiorella Artioli, Luigi Angri, Rossella Relandini, Luca Tostati, Gianluca De Simone, Giuseppe Di Napoli, FIlippo Bonvicini, Roberto Vaccari, Alberto Cuoghi, Riccardo Vaccari, Mauro Muratori, Antonella Ballotti, Luca Tardini, Ivan Francia, la Tigrotta, Micaela Testi, Enrico Marongiu, Alex Pescarolo, Federico Pigati, Luca Pedroni, Roberto Asirelli, Francesco Lo Muzio, Annalisa Righi, Tiziana Scarabelli, Maria Scotti, tutte le ragazze amministrative, poi ce ne sono altri ma non vado oltre, mi scuseranno.
Ci aggiungo Miranda Corradi, Lazzaro Fontana, Claudio Fucchi, Maurizio Marchi.
Sicuramente alcuni mancano, ma la mia memoria inzia a cedere qualcosa alla vecchiaia incipiente.