Ascoltando dal Musikverain di Vienna, Das Neujahrskonzert der Wiener Philharmoniker, auguri per un prospero (come dicono gli spagnoli) anno nuovo.
Un anno particolare, il 2025, perché i matematici ci spiegano essere caratterizzato da alcune peculiarità come quella di essere un anno al quadrato, essendo il quadrato della base 45.
L’ultima volta era accaduto nel 1936 (44 era la base), la prossima sarà nel 2116 (base 46), impressionante vero?
C’è poi anche un’altra caratteristica: il 2025, dopo il 1520 è un anno in cui compare la tabellina del 5 ma, ancora, ed è davvero stupefacente, il nostro 2025 è la somma del cubo di tutti i numeri ad una cifra, cioè da 1 a 9 (lascio a voi i calcoli).
Questo stordimento matematico, quisquilie e pinzillacchere in verità ma si fa presto a cadere nella superstizione, è legato a kronos, il tempo che scorre, un istante dietro l’altro, tutti uguali nella loro banalità fisica.
Per quanto possa essere una bestialità potremmo assimilare kronos al secondo diritto (quello statale, comune a tutti i consociati di un tale ordinamento giuridico chiamato appunto stato) o comunque dire che kronos è la natura, la fisica, la banale esistenza che accomuna qualsiasi cosa abbia esistenza e sia percepibile o utilizzabile.
Poi c’è l’uomo che non è nemico della fisica ma che ha il privilegio di essere l’unico vivente con facoltà metafisiche, un essere che vive nel kronos ma si orienta e regola in base al kairos, che si potrebbe tradurre come momento dell’appuntamento, del lavoro e della (possibile, non esistendo automatismi) produzione di frutti. L’uomo vive di primo diritto – facoltà di stabilire appuntamenti previo lavoro – non ostile al secondo.
Tutto è nato ieri sera, quando ho ricevuto un messaggio da un caro amico e parlando della “folle danza sabbatica di morte dell’anno vecchio”, mi è venuto in mente questo pensiero dedicato alla festa di fine anno, un momento che sembra essere imprescindibile nella vita personale e sociale.
Mi è venuto in mente che il momento di passaggio dal vecchio al nuovo anno è soltanto un momento di kronos, una banalità: l’istante che precede lo scoccare della mezzanotte è esattamente identico a quello successivo, ogni istante è identico a quello che lo precede ed a quello che lo segue, a prescindere dall’unità di misura prescelta.
Festeggiare questo momento “banale” è sostituire, anzi sovrapporre kronos a kairos, come se si schiacciasse il primo diritto (il kairos, tempo del lavoro, dell’appuntamento, dei frutti) sul secondo, con una operazione smaccatamente menzognera ma nello stesso tempo utile perché nevroticamente compromissoria, anche se orientata alla perversione.
Nella folle danza sabbatica della festa dell’ultimo dell’anno non c’è regime dell’appuntamento, lavoro, produzione di frutti ma pia illusione, conosciuta per essere improduttiva ma non abbandonata come scoria: kronos ostile a kairos e ridotto a scoria se non utilizzato come materia prima.
Ha senso allora scambiarsi gli auguri di buon anno?
La risposta la troviamo in una lettura della solennità che si festeggia il primo di ogni anno, Maria Santissima Madre di Dio; è un brano dal Libro dei Numeri che ho citato spesso perché è uno dei miei preferiti, tratto dal capitolo 6:
22 Locutusque est Dominus ad Moysen dicens:
23 “ Loquere Aaron et filiis eius: Sic benedicetis filiis Israel et dicetis eis:
24 “Benedicat tibi Dominus et custodiat te!
25 Illuminet Dominus faciem suam super te et misereatur tui!
26 Convertat Dominus vultum suum ad te et det tibi pacem!”.
27 Invocabuntque nomen meum super filios Israel, et ego benedicam eis ”.
[22] Il Signore aggiunse a Mosè:
[23] “Parla ad Aronne e ai suoi figli e riferisci loro: Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro:
[24] Ti benedica il Signore e ti protegga.
[25] Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio.
[26] Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace.
[27] Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò”.
In queste poche parole è condensato il kairos, il tempo dell’appuntamento, del lavoro, dei frutti.
Gli auguri di buon anno nuovo hanno senso solo e nella misura in cui c’è lavoro perché kronos sia trasformato in kairos, tutto il resto, come dice la canzonetta, è noia.
A ciascuno degli amici: buon kairos!
Parma, 1 gennaio 2025, solennità di Maria Santissima Madre di Dio