“Contemporanea, capolavori dalle collezioni di Parma” è il titolo di una splendida esposizione di opere d’arte in corso in quel di Parma, presso il Palazzo del Governatore.
Giusto per dare i numeri: 115 opere, 93 artisti rappresentati, a testimonianza della ricchezza (personalmente impensata) delle collezioni d’arte cittadine, che se poi uno ci riflette e considera le grandi aziende, senza parlare delle fondazioni bancarie, presenti sul territorio non è così strampalato immaginare che siano stati effettuati fior fiore di investimenti nel mondo dell’arte.
Non sono tuttavia i soldi a far la competenza, la collezione di Callisto Tanzi, esposta per la vendita all’incanto, alcuni anni fa, testimonia e certifica come non sia difficile sprecare denari e denari acquistando paccottiglia o poco più; non è il caso delle opere protagoniste di questa esposizione.
Opere della contemporaneità, documentazione delle ricerche, degli studi di un periodo, come il Novecento, che è passato dal futurismo al Pastificio Cerere e il Gruppo di san Lorenzo: documentazione che non ti aspetti di rinvenire in una sonnacchiosa cittadina quale è Parma, snob e provinciale, profondamente conservatrice nel suo essere sinistrorsa da ZTL.
Pensando che è la città che ha eletto per ben due mandati un sindaco come il fu grillino Pizzarotti, poi piùeuropeista ed ora calendiano, ed un assessore che ora si mette a disposizione di Fratelli d’Italia (che evidentemente hanno dimenticato i precedenti di illustri fratelli quali Caino e Abele, Eteocle e Polinice ed epigoni vari), ben contenti di accoglierlo invece di condannarlo ad una giusta damnatio memoriae, ebbene a ciò pensando la sorpresa di questa mostra è stata tale da commuovermi.
L’esposizione inizia con alcune opere futuriste, splendida testimonianza della ribellione dei figli di quell’epoca, contro i rispettivi padri (oggi, peraltro in assenza di padri, la ribellione si manifesta nella sterile e stupida opposizione a Israele) che, non sarebbe male ricordarlo, portò all’entusiastica adesione alla prima guerra mondiale di tanti giovani, nel famoso maggio radioso.
Dal futurismo all’orinatoio il passo è breve, ed eccoci in pieno dadaismo in compagnia di Marcel Duchamp, con Fountaine, un orinatoio appunto, per transitare al surrealismo e ai maestri italiani del Novecento.
Non manca veramente nulla visto che si arriva fino agli artisti del Pastificio Cerere in una carrellata di opere che sono ottima testimonianza delle varie correnti di un’arte che spesso mi ha fatto sorgere qualche dubbio sulla sua consistenza culturale ed intellettuale.
Le foto di certe performance, ad esempio, mi lasciano molto più che perplesso, ma questo è il mondo dell’arte dove sono convinto che oltre alla reale capacità dell’artista, sia necessario finire nel giusto ingranaggio del mercato.
Ho scoperto l’esistenza di alcuni artisti che ignoravo totalmente e che si sono rivelati autentiche rivelazioni per la piacevolezza delle opere; la visita in ottima compagnia è stata poi un extra graditissimo.
Con viva soddisfazione, dunque, faccio i complimenti agli organizzatori ed anche ai collezionisti che le opere hanno messo a disposizione, il che non è mai scontato e sempre meritevole di riconoscimento.
Parma, 27 aprile 2024 apparizione della Madonna di Montserrat