Partenza verso le 8.30 di stamattina, con una certa apprensione, come sempre, d’altronde è la mia prima uscita in terra ligure.
Sono stato in Liguria da ragazzetto, quando riuscii in qualche rara occasione a trascinarci mia madre per un giorno di vacanza al mare, in treno. Sono trascrosi secoli e non ricordo nulla di quelle poche fughe da Parma.
A Savona non sono mai stato.
Arrivo verso le undici, in albergo, un albergo davvero bello, con stanza comoda e spaziosa, per lasciare la valigia e, col dovuto anticipo, arrivo al Comando.
Non arriverà nessuno fino a pochi minuti dall’inizio, il che non è stato un balsamo per la mia ansia; comunque poi si parte e, direi, si crea un bel clima di scambio di esperienze. Pare sia andata bene, almeno così mi dicono alcune delle colleghe presenti.
Alle 19 tutto finisce; a me impegnare il poco tempo in cui l’amato astro solare illumina questa valle di lacrime.
Trovo un parcheggio vicino ad una imponente e molto bella rocca; ci sono le righe blu, purtroppo, così mi metto in cerca della malefica macchinetta mangiasoldi; non trovandone ombra chiedo ad un signore che incontro. Il gentile cittadino mi spiega che ci sono le righe blu ma si può parcheggiare l’auto anche per mesi senza problemi che non si paga; ne approfitto assai volentieri. Il mio interlocutore mi chiede anche da dove vengo, domanda che non posso lasciare inevasa; cortesia richiede cortesia. Alla mia risposta: “Parma” lui proclama d’impeto “siamo gemellati”; il mio sguardo a metà tra lo scettico ed il perplesso gli raffredda gli entusiasmi fraterni ma mi spiega, velocemente, che lui è sampdoriano, ma che a me, nota con acume, il calcio pare importi assai poco. Chissà come ha fatto a capirlo! Mi congeda spiegandomi come raggiungere il centro, accompagnato dalla mia gratitudine.
Il centro storico di Savona è davvero molto bello, pulito, spazioso, elegante: mi piace moltissimo; alcuni palazzi liberty e non solo me la affratellano (sono in vena di parentele strette) a Barcellona.
Pur nelle dimensioni contenute mi pare di cogliere un aspetto di eleganza internazionale per niente scontato.
Unico aspetto negativo: poche chiese per i miei gusti e tutte con facciate lisce, prive di rilievi architettonici, sostituiti dalla rappresentazione pittorica degli stessi; anche l’accento un po’ mi turba, ma devo ascoltarli di più per abituarmici, mentre tocca a me parlare, per sei ore.
Domani il bis, ed è un altro giorno.
Oggi è andata davvero bene, salvo la vescica che mi massacra il piede sinistro.