Anche per Ghirini “Gufo” Flavio è arrivato il momento del commiato, traducibile in inizio della vita da pensionato, mantenuto a spese dello stato.
Com’è facilmente (forse) intuibile, Gufo non è il secondo nome del collega (l’originale sarebbe Gino)ma il soprannome con cui l’ho gratificato sin dagli esordi della nostra conoscenza.
Il compito di questo cortese collega, infatti, è stato quello di smistare quelle comunicazioni tanto amate da ogni agente di polizia locale ed ancor più da ogni solerte funzionario, gli amatissimi ed ambitissimi esposti.
Dopo aver lasciato la sede di Rimini, dove gli esposti all’allora mio ufficio erano pochi e comunque abbastanza pertinenti, queste segnalazioni sono divenute la mia più sfrenata passione; a Modena sgomitavo per riceverne il più possibile e lottavo furiosamente per contendere la scrivania ed il programma utilizzato per rispondere.
Del periodo di Parma mi è precluso parlare quindi mi limito a dire che le apparizioni di Gufo Flavio erano apprezzate secondo il modo di dire parmigiano “cmé un bégh in-t-la mnéstra”, “come un bego nella minestra”, dove bégh/bego è traducibile, secondo il vocabolario, con “baco, larva” ma che a casa mia, per estensione, ricomprende anche i lombrichi ed animali striscianti simili.
Le sue apparizioni, insomma, non sono mai state foriere di buone nuove, ma la sua squisita cortesia, sebbene unita ad innegabili doti di parsimonia (tirchiaccio malefico), faceva tutto digerire.
Cortese, dicevo, ironico, grande accumulatore di informazioni e citazioni, è sempre stato un piacere incontrarlo alla macchinetta del caffè dove non ho memoria che ne abbia offerto uno, ma pazienza, così come gradite sono sempre state le sue centellinate comparizioni in ufficio, dove prediligeva comunque comunicare col Capo, lasciandomi (giustamente) in ombra: ovviamente la sua gradevolezza era considerevolmente aumentata dopo che le apparizioni erano slegate dalla consegna degli esposti.
Resterà negli annali della mia memoria per avermi posto la domanda: “cos’è un eone?”
Non sono troppo dispiaciuto della sua dipartita perché rare sono state le occasioni di frequentarlo, avendo privilegiato le strategie evitatorie ed apotropaiche, ma è certo che lascerà un vuoto incolmabile, oltre a un ottimo ricordo.
Rare saranno le occasioni di rivederlo salvo che non non sia lui, masochisticamente, a tornare in loco commissi delicti, ma sarà sempre un piacere.
Buon inizio caro Gufo Flavio!
Parma, 25 ottobre 2023 memoria del beato don Carlo Gnocchi, sacerdote
1 commento
Aggiungi il tuo →Grazie, Big Luciano! Ci saranno un calice e due fette di quello buono anche per te, qualora fossi presente in occasione del mio imminente brindisi di congedo.