Il commiato di Paolo (e non solo)

Estate movimentata nel luogo ove svolgo il mio lavoro quotidiano: tra pensionamenti e licenziamenti in poche settimane ho perso tre colleghi coi quali avevo un ottimo rapporto professionale ed umano, Chiara, Claudia e Paolo.

Chiara, ha saggiamente deciso di dedicarsi ad altro e Claudia ha raggiunto i limiti d’età: entrambe godono della mia stima e mi auguro che le cose, in futuro procedano sempre per il meglio, di loro non posso che dir bene.

La terza perdita è quella di Paolo Facci, un tipo taciturno e un po’ ombroso, che ho conosciuto qualche anno fa, in occasione di vari corsi di preparazione ai concorsi per accedere alla polizia locale.

Vinse quello di Parma, ove iniziò come agente per passare poi nel ruolo degli ufficiali/funzionari.

L’ho sempre avuto in simpatia nonostante alcune scelte perlomeno discutibili, in campo sindacale (ma spero stia percorrendo la via di Damasco) e non solo, e questa simpatia mi ha permesso di parlargli sempre con libertà, evidenziando carenze ed errori e stimolando e valorizzando gli aspetti positivi.

Sono convinto che professionalmente sia ancora un anatroccolo, ma con tutti i numeri per diventare uno splendido cigno: avverrà la metamorfosi se ci lavorerà con costanza e se saprà profittare delle occasioni.

Non sempre ha avuto l’accortezza di farlo, intrappolato in una consuetudine di pensiero troppo incline ad impantanarsi nel lato oscuro.

Da parte mia ho lavorato come un minatore, scartando fango e detriti per individuare le pagliuzze d’oro; è stato faticoso ma anche soddisfacente, che abbia partecipato al veloce buffet di commiato dice della stima;  ora cedo il testimone ad altri, augurandomi che possa arrivare il successo professionale che merita; l’ente locale che saprà valorizzarne le qualità farà un ottimo affare, vista anche la pochezza che si vede in giro.

Che sia un buon lavoro, caro Paolo, quello che vai ad iniziare!

Parma, 27 agosto, memoria di santa Monica

 

 

 

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