Mi trovavo in quel di Bologna quando sono incappato in una pubblicità che proponeva la visita di Palazzo Fava ove era in corso un’esposizione dedicata a Giovanni Fattori, impossibile resistere.
Ancora ebbro delle immagini archeologiche mi sono immerso anche in questa nuova esperienza, l’ultima della giornata, sicuro che avrei trovato qualcosa di interessante da vedere e così è stato.
Giovanni Fattori è un pittore che già conoscevo, molte sue opere sono esposte in vari musei italiani che ho avuto modo di visitare; conosciuto come uno dei macchiaioli, effettivamente, questo artista è stato molto abile nel rendere la via italiana all’impressionismo.
L’occasione dell’esposizione è data dalla riscoperta di una grande tela presso il Palazzo della Consulta, a Roma, di proprietà appunto della Corte Costituzionale intitolata L’appello dopo la battaglia del 1866.
Uno dei grandi temi di Giovanni Fattori, il mondo militare, è ben rappresentato, con opere di diverse dimensioni, tutte che raccontano la vita dei soldati ma con un’attenzione “antieroica”, mai è celebrata la guerra come valore mentre è sottolineata la compassione verso gli anonimi combattenti.
Persone eppure sagome, colte nelle occupazioni quotidiane in attesa del momento cruciale della battaglia, in battaglia oppure nei momenti precedenti o successivi ma sempre con quella simpatia verso l’umile soldato, vittima più che protagonista degli eventi.
Queste opere “militari” di Fattori mi piacciono molto, ma non trascuriamo gli splendidi ritratti; non conosco il titolo delle opere ma ogni ritratto è un piccolo gioiello per l’intensità delle espressioni, rese con una perizia davvero notevolissima nel cogliere lo stato d’animo del soggetto.
Mi sembra comunque molto borghese, nei ritratti, anche quando il soggetto, come il buttero o il marinaio, non lo sono sicuramente.
C’è infine tutta quella notevole produzione di tele dedicate alla natura; mi veniva in mente, osservandole, il verso famosissimo ed abusato di Leopardi “e il naufragar m’è dolce in questo mare”.
Giovanni Fattori ripiega nella natura, nella mitezza dei buoi o nello scalpitare dei cavalli, nelle figure rappresentate in bucolici scenari; il suo pensiero sembra cercare pace in questa rassegnata ma pacifica realtà naturale che suggerisce, come l’eterno susseguirsi delle stagioni, rassegnazione ed adeguamento.
Una patina di malinconia ricopre le sue opere ma la mostra a Palazzo Fava è da non perdere.
Bologna, 19 febbraio 2023 memoria della Beata Elisabetta Picenardi vergine