Chiarimenti sul post precedente

Dopo avere pubblicato un post commemorativo della fatidica data del 16 dicembre, ho ricevuto numerose attestazioni di stima e affetto (che, credetemi e non per falsa modestia, non merito) condite di saluti di commiato, come se fossi già in partenza per la fatale Agenzia delle dogane e dei monopoli: volevo rassicurare tutti: non sono in partenza, purtroppo.
Ho soltanto presentato domanda di mobilità che temo non sortirà alcun effetto, essendo il posto uno e di profilo non precisato, quindi è tutto assolutamente in ballo senza certezza alcuna.
Tuttavia è vero che ho fatto outing: ho la netta e ferma intenzione, se sarà possibile, di dedicarmi ad altro, di transitare quindi in un’altra amministrazione, meglio se statale, dove vedere riconosciuto almeno economicamente l’impegno che ho sempre profuso, in questi ormai tanti anni di lavoro.
Non che abbia a lamentarmi dell’attuale situazione della quale non ho intenzione di parlare, in ossequio al codice di comportamento e non perché abbia a dirne male, tutt’altro.
Ci sono momenti della vita in cui uno traccia dei bilanci – ad esempio si avvicina il 31 dicembre che segnerà il quinto anno di permanenza in quel di Parma – e pensa che sarebbe opportuno cambiare “avventura”.
Questo è uno di quei momenti.
Tra i vari commenti che hanno allietato la lettura del mio precedente post mi ha particolarmente colpito quello di una persona da me stimatissima, il Comandante di Ferrara, Claudio Rimondi.
Non starò a tesserne gli elogi, tanta è la fama che lo circonda, una sorta di aureola che già da vivo lo accompagna nelle tenebrose e perigliose acque della funzione pubblica, degli enti locali.
In tempi recenti l’ottimo Claudio ha fatto a sua volta outing e, credo per la prima volta da che la mia memoria ricordi, un comandante di peso (nel senso di importanza della città, capoluogo di provincia e splendido scrigno di capolavori) si è espresso manifestamente, senza circonlocuzioni politichesche sul miserando stato degli appartenenti alla polizia locale.
Un post su facebook poi ripreso dalla stampa locale ha portato il Nostro fino a Roma, al Viminale, ministero notoriamente sordo se non ostile (ostile, ostile) alle istanze di rinnovamento che si levano non tanto dalle maestranze coinvolte (siamo divisi al nostro interno peggio che il volgo italico di manzionana memoria) ma dalla realtà stessa della vita cittadina con tutte le complessità, urgenze ed emergenze che premono per una soluzione che lo stato non è in grado di fornire da anni e anni.
Non c’è virgola di Claudio che non condivida, quel che ha scritto è totalmente in sintonia col mio pensiero eppure sono convinto che nemmeno la sua uscita possa portarci qualche buon frutto; ne scrissi già secoli fa, in un paio di post di cui uno particolarmente datato (risale al 2006; uno intitolato “Riforma della polizia locale“, l’altro, citando Renato Rascel “noi siamo piccoli e non cresceremo“.
Un tempo ero tra quelli che premeva ed aspirava ad equiparare le polizie locali a quelle nazionali, volevo fare il poliziotto anch’io; oggi invece la rassegnazione (forse) ha vinto e non ci tengo proprio per niente nel senso che mi va bene qualsiasi cosa che rappresenti un’uscita da questo limbo in cui siamo confinati, figli di un dio minore, tirati da ogni parte, ircocervo che non ha tana dove trovare ricovero.
Se lo stato che ci fa da matrigna ritiene che non siamo degni di fare i poliziotti, ebbene ci sciolga (nell’acido), ci dica che ci vuole viggili e ancor meglio guardie, ci tolga certe competenze e formalizzi che siamo altra cosa rispetto a quelli bravi.
Al contrario se ritiene di considerarci poliziotti, ne tragga la conseguenze, logiche (non campate per aria) e con una semplice modifica vada ad aggiungere una lettera (la c) all’art. 16 della L. 121/81.
Sarebbe sufficiente una modifica di quell’articolo da riscrivere in questo modo:
“Ai fini della tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, oltre
alla polizia di Stato sono forze di polizia, fermi restando i
rispettivi ordinamenti e dipendenze:
a) l’Arma dei carabinieri, quale forza armata in servizio
permanente di pubblica sicurezza;
b) il Corpo della guardia di finanza, per il concorso al
mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica;
c) i Corpi di Polizia Locale, fatte salve le rispettive attribuzioni e le normative dei vigenti ordinamenti”.
Sarebbe una scelta “rivoluzionaria” (e che ho volutamente troppo semplificato) che nemmeno questo governo vorrà fare, ci posso scommettere quel che volete: se i governi di centro sinistra ci hanno ignorato o sopportato come un male necessario, questo di centro destra (che pur non sta male operando) non avrà la forza ed il coraggio di por fine ad una situazione in cui tanti – troppi – traggono profitto dall’essere noi servitori di tanti padroni.
Basta lamentazioni!
Ringrazio l’amico Claudio per l’opera che svolge quotidianamente in favore della città di Ferrara, per i suoi uomini e per l’intera categoria ma ci ritroveremo entrambi in pensione con la stessa situazione di oggi se non peggiore.
Saluto anche tutti gli altri cortesi commentatori, molti sono cari amici, augurandomi di poterli chiamare sempre amici anche se non più colleghi.


Parma, 19 dicembre 2022 memoria di Sant’ Anastasio I Papa e dei beati Urbano V Papa e Maria Eva della Provvidenza Noiszewska e Maria Marta di Gesù Wolowska Martiri

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