L’ultimo giorno del mese di maggio ho deciso di compiere un gesto per me assolutamente inconsueto, che non ricordo di avere mai realizzato in precedenza, salvo qualche errore di. memoria che non è più la stessa di un tempo (anzi per i fatti della mia vita è sempre stata lacunosa, come mi ha mostrato anche ultimamente l’amico Paolo Piccinini, che mi ha onorato di una cena in quel di Reggio Emilia poche sere or sono e mi ha rammentato colloqui che assolutamente non avevano lasciato traccia).
Ma torniamo all’oggi: avendo scoperto che ci sarebbe stato un incontro pubblico di Carlo Calenda assieme a Dario Costi, candidato sindaco alle prossime venture elezioni a Parma, in Piazza Garibaldi, ho deciso di parteciparvi e di presenziare anche alla presentazione del libero dell’onorevole Calenda “La libertà che non libera”.
Non avevo mai partecipato ad un evento elettorale, quindi assoluta novità della serie: non è mai troppo tardi.
Avendo fatto tardi al lavoro e avendo dovuto assecondare alcune richieste materne, ho saltato il pranzo non volendo perdermi l’appuntamento, così sono arrivato anzi in anticipo nella porzione di area pubblica di un bar della piazza, delimitata da fioriere, con qualche decina di sedie.
Ho atteso qualche minuto, cercando di individuare qualche faccia nota: nessun volto amico, solo alcuni visi che non sono riuscito, però, a collocare in luoghi o situazioni definite; sono restato in disparte, dopo l’ultima fila di sedie, in piedi.
La presentazione è stata breve, non ci sono state domande da parte dei giornalisti, espressamente invitati a porne (sempre che ne fossero presenti, di giornalisti), la qual cosa mi ha assai deluso confermandomi nell’idea che a Parma la stampa è inesistente; mi è piaciuta, così come mi è piaciuto il candidato sindaco, Dario Costi.
Il tono, leggermente autocelebrativo (peccato veniale), è stato contenuto, moderato, non polemico salvo un paio di battute ma assolutamente equilibrate, né pesanti, né volgari.
Un piccolo buffet che la mia inibizione mi ha fatto invidiare a distanza, ha concluso l’evento, rimandando al successivo appuntamento delle 19:00 per la presentazione del libro.
Unica nota negativa è stato l’avere intravisto, a distanza fortunatamente, un personaggio che gode della mia totale disistima, una demoniaca presenza, di quelle che tramano indefessamente, più o meno nell’ombra, per mantenere una qualche forma di potere: mi auguro che stesse parlando con qualche conoscente e non tentasse approcci coi sostenitori del mio candidato, che se così fosse, revocherei immediatamente il mio sostegno.
Carlo Calenda ha parlato per un’ora, con tono appassionato, solo sul palco, da bravo comunicatore.
Una importante pars destruens ha segnato l’inizio della presentazione: la presa d’atto di una serie di difficoltà in cui l’Italia è impantanata (l’ignoranza dilagante, la cancel culture e la sopravvalutazione dei diritti a scapito dei doveri, ad esempio), un discorso che mi ha richiamato le considerazioni del professor Ermanno Bencivenga nello splendido “La scomparsa del pensiero” e le riflessioni del dottor Giacomo Contri sulla perversione.
Credo che Calenda potrebbe profittare della lettura di questi testi (dell’opera omnia di Giacomo Contri senza dubbio alcuno).
La pars construens l’ho trovata un po’ più debole sebbene condivisibile in gran parte: le virtù civiche repubblicane sono difficilmente recuperabili e non riesco a vedere una soluzione percorribile per rifondare una società la cui crisi ha ben descritto all’inizio.
Mi è dispiaciuto quando ha dichiarato di essere ateo e sono sobbalzato quando ha esaltato la repubblica romana (che nella mia ignoranza avevo identificato come quella del 1849) ma si è poi capito che il riferimento era a Roma antica.
Ultima delusione sono state le citazioni di Mazzini (che proprio non apprezzo) mentre ho apprezzato il riferimento a Étienne de La Boétie (Discorso sulla servitù volontaria).
Di certo ho apprezzato lo spirito pragmatico, non idealistico: mi sembra un uomo ed un politico che ha l’idea dell’appuntamento come occasione favorevole e questo non è poco, anzi un buon punto di partenza.
Vengo ora alle note a margine: potrei sbagliarmi ma ho avuto l’impressione che i giovani presenti fossero molto “autoreferenziali”, compiaciuti di sé stessi ma poco comunicativi col resto del mondo.
Ne faccio un esempio; due di questi giovani si sono detti: “andiamo di là (riferendosi alla parte della piazza ove si trovavano il palco ed una piccola “mostra”) a fare un po’ di proselitismo”; si sono effettivamente spostati ma di proselitismo ne ho visto ben poco, salvo chiacchiericcio o bacetti tra fidanzati.
Io, che non sono esattamente piccolo, sono restato ad ascoltare la conferenza di presentazione della lista ed ho presenziato a quella del libro, per un totale di quasi 3 ore, non sono stato avvicinato da uno, dico uno, degli organizzatori; non c’è stato uno che mi abbia spacciato un “santino”.
Nessuna pretesa da parte mia, ci mancherebbe, ma riflettevo, tra me e me: se tu aspirante politico o candidato o suo galoppino vedi uno che si trattiene tanto tempo ad ascoltare, non lo avvicini e magari gli attacchi quel minimo di bottone per assicurarti che ti garantisca il voto e magari ti faccia pure propaganda?
Curiosamente c’è stato uno di questi, un giovanotto barbibaffuto, che ha iniziato a distribuire volantini partendo più o meno dalla base del palco; or dunque ha percorso quasi mezza circonferenza ed è arrivato a forse un metro da me, quando ha incontrato un tizio ed ha iniziato a chiacchierare con lui; devo dirvelo che non ha proseguito il tour e, tenendosi in mano un malloppetto di volantini, si è dedicato a fare altro?
L’unico che mi è pervenuto è stato quello consegnatomi da una cortese signora che ha operato una distribuzione ai poliziotti presenti, a fine incontro, mentre chiacchieravo con una vecchia conoscenza, meglio di niente…
In conclusione, Calenda convincente, Costi convincente, l’apparato che sta attorno con ampi margini di miglioramento.
Nel frattempo, da solo, credo di avere racimolato una decina di voti.
Parma, 31 maggio 2022 festa della Visitazione della Beata Vergine Maria