Federico Buzzi, nato a Parma il 12/01/1964, così i freddi documenti incasellano i dati personali degli individui; oggi sarebbe, quindi, il tuo compleanno, anzi è il tuo 56mo compleanno.
Non lo possiamo festeggiare sentendoci al telefono, come ero sinceramente convinto di poter fare non solo quest’anno ma anche per vari anni a venire (dopo la scoperta, speravo che la malattia sparisse o comunque progredisse molto più lentamente).
Sono trascorsi due mesi, per certi versi sembra un secolo, per altri sembra ieri quando mi ripetevi “tutto bene, tutto ok” e io, pezzo di idiota, non capivo che ci stavi lasciando, ma non pensiamoci più.
In questo periodo sono successe cose piacevoli (un buon Natale come non accadeva da tempo) e spiacevolissime (è morto don Piero, un altro carissimo amico), com’è normale che succeda.
Ho preso qualche iniziativa, ho accettato l’invito ad andare a Riccione per tre giorni ad un convegno sindacale (sai quanto sono restio a partecipare a questi eventi); al contrario mi sono molto “chiuso” rispetto all’ambiente di lavoro, però, se tutto andrà come spero … beh non ti anticipo niente, tra un po’ saprai.
Di una cosa sono certo: molte di queste le avresti approvate, per altre mi avresti spronato, saresti stato, comunque, coinvolto.
Caro Fede, la tua immagine continua a guardarmi dalla schermata del telefono, ho ancora il collegamento veloce direttamente nella schermata principale, con la tua faccia sorridente: non voglio toglierlo, né cancellare il numero perché è comunque un segno che sei nella vita di tutti i giorni.
La settimana scorsa sono stato a Milano con la borsa per la macchina fotografica che mi hai regalato tu, ti ho sentito vicino, attraverso il contatto con quell’oggetto.
Nel frattempo, oltre ogni mia più rosea previsione, c’è un amico che sembra aver raccolto il tuo testimone, o meglio la fiaccola ma ti spiegherò più avanti; certo non lo sento spesso come sentivo te ma posso parlare con lui con la medesima libertà che avevamo tra noi.
Mi manchi; anche se mi accorgo che il tempo sbiadisce ogni cosa, continui a mancarmi ma quest’assenza deve diventare uno stimolo, un pungolo per andare avanti, sennò non sarei tuo erede e quindi amico.
Sono convinto che tu tenga una mano sula spalla delle persone cui hai voluto bene, continua a tenerla, mi raccomando, non lasciarci.
Sai cosa mi è tornato alla memoria? la gita che facemmo alla Pietra di Bismantova, a bordo dell’auto di mio fratello, non ricordo manco che marca fosse; io avevo il foglio rosa e tu mi eri accanto per insegnarmi o meglio per sostenermi nella guida, che incoscienza hai avuto a farmi andare per quelle strade e che maggior incoscienza a stare al mio fianco; è un episodio che avevo dimenticato, mi è ricomparso alla memoria proprio adesso, mentre scrivo.
Alla prossima mio caro amico e sai, sto migliorando, sono riuscito a scrivere queste poche righe senza piangere.
Uno di questi giorni, se riesco a incastrare tutto, voglio fare un salo al cimitero, magari con mia mamma che ti ha considerato come uno di famiglia, cosa che non posso dire di nessun altro.
Ciao Fede, buon compleanno, anche da parte di Paolo (che non se la ricorda mai, la data, ma gli faccio da segretario, in queste occasioni)
Parma 12 gennaio 2020, festa del Battesimo di Gesù