da Vigion e altre storie

Serate intense come non mi accadeva da tempo: in ordine temporale la precedenza spetta al dentista che mi ha riscontrato alcune cariette e me n’ha sistemata una.

Devo ammettere che il mio terrore per il dentista è molto diminuito dopo che sono diventato paziente, essendone amico, del mitico dottor Paolo Fabbri che ha operato con la consueta professionalità assistito da un altro mito, il dottor Federico Buzzi.carie

Con due medici a disposizione e pure gratis potevo avere paura? M’è stata pure offerta la cena cosa chiedere di più?

Non contento dei bagordi ho ricevuto un secondo invito a cena, da un personaggio di cui ho già avuto modo di parlare in occasione del suo trasferimento.

Mi riferisco a quella persona davvero fuori del comune (infatti sta in provincia, gran battutona lo ammetto) che è Tonino Ferrari, che ha avuto l’ottima idea di invitare anche un’altra persona a me molto cara, il mio carissimo amico Andrea Piselli, da Modena con furore.

Ci ha dato appuntamento in un ristorante a Ghiare di Corniglio, zona a me del tutto sconosciuta, presso il ristorante “da Vigion”.

Di Tonino non ho molto da aggiungere rispetto a quanto già detto in altra occasione; ho avuto la fortuna di conoscerlo a Colorno ove mi trovo confinato a lavorare attualmente; non ci siamo frequentati molto perché, ovviamente, ci occupavamo di realtà autonome e indipendenti ma ogni volta è sempre stata colma di cordialità, cortesia e disponibilità.

Lo ascrivo al numero eletto dei miei amici perché uno che si mette a disposizione quando c’è bisogno e guarda al risultato e non a gratificazioni narcisiste sarebbe da fessi lasciarselo scappare.

Ricordo un particolare che la dice lunga sul personaggio: al momento del suo insediamento nella Reggia ricevette un paniere pieno di chiavi, tutte mescolate, senza alcuna indicazione, “queste sono le chiavi della Reggia”; andandosene dopo vari anni lascia una bacheca ordinatissima con le chiavi ben sistemate e numerate, ciascuna con portachiavi numerato e con ogni porta a sua volta numerata.

Ora non so se abbiate presente quante porte vi siano in una Raggia e fate un po’ i conti; peraltro Tonino si rammaricava di non essere riuscito a creare anche una planimetria per meglio identificare tutti i passaggi: l’esempio può sembrare banale ma a guardarci con attenzione rivela un paio di cosette che tanto banali non sono: la cura per le cose ricevute in custodia, e cura non è sinonimo di conservazione, è ben di più ed il desiderio di vedere le cose fatte nel giusto modo. E qui mi fermo.

L’altro commensale è il mio famosissimo commissario Andrea Piselli; ci conosciamo ormai da oltre 5 anni ma mi sembra ieri quando lo incrociai durante le fasi del concorso; c’era sto tipo, impettito, elegante, serioso, in compagnia di altrettale ceffo (un suo amico seppi poi) che ogni tanto capitava incrociasse il mio sguardo; tra i vari sguardi capitò anche che gli sfuggisse un qualche sorriso; seppi poi che aveva vinto il concorso.

Mi faceva terribilmente soggezione senza saperne il perché.

Prese servizio 15 giorni dopo di me e fu subito cordiale e disponibile; da parte mia c’è stata subito una grande intesa, credo abbastanza ricambiata. Ho trovato subito un referente preparato, disponibile, intelligente ed a lui mi riferivo quando avevo necessità tanto che venni anche rimproverato perché a lui facevo riferimento e non al mio responsabile ufficiale; continuai imperterrito perché, ed è un difetto lo ammetto, riesco a lavorare solo con persone che stimo.

Dunque con due commensali così quale poteva essere l’esito della serata?

L’accoglienza del gestore del ristorane “da Vigion” è stata, poi, la ciliegina sulla torta: un doppio antipasto di salumi, con una pancetta che si scioglieva in bocca, di una squisitezza davvero fantastica, ha preceduto un tris di primi con due tortelli ed un tagliolino ai funghi che tessevano le lodi del Creatore. Tutto, ma serve precisarlo? fatto dalle amorevoli mani delle resdore di casa e si sente.

Ormai quasi sazi abbiamo ceduto alla proposta di Tonino che sosteneva che il caldo va combattuto col caldo e quindi che anolino sia: un piatto di fumanti anolini in brodo ha il suo perché anche se all’esterno c’è un bel caldo estivo.

All’anolino non si può dir di no: ne andava del nostro onore e nelle questioni d’onore non si scherza.

Giusto per dar degna conclusione un piatto di bollito con salsine al seguito ed un delizioso piatto di torte della casa hanno concluso una serata davvero straordinaria nella sua semplicità.

Dimenticavo che ho fatto una scoperta enologica che ha per me dell’incredibile: abituato all’idea che a Parma si produca solo lambrusco e simili, cioè vinelli frizzanti gustosi ma di poco corpo, ho invece goduto un vino prodotto nei pressi del castello di Torrechiara, fermo, robusto, davvero ottimo.

Ce ne siamo andati che era passata la mezzanotte il che la dice lunga sulla soddisfazione culinaria e non solo.

Non riferisco dei dialoghi, che hanno spaziato in ogni ambito, per non manifestare il pensiero altrui senza averne il permesso ma tutto è stato sempre molto piacevole e soddisfacente.

Grazie allora all’ottimo Tonino, ad Andrea e a tutto lo staff del ristorante, grazie di cuore.

 Ghiare di Corniglio, 22 luglio 2016

 

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