Mi è arrivata stamattina la triste notizia della morte di Eraldo Bartolucci, ex collega di Rimini.
Non ho mai avuto occasioni particolari di lavoro con lui, salvo l’avere trascorso una notte in sala radio, parlando del più e del meno.
Professionalmente siamo stati sempre assai distanti; mi sembrava un uomo che facesse un lavoro per il quale non era adeguato (come me, peraltro); umanamente lo ricordo come una brava persona e tanto basta.
Se ne va un altro pezzo del comando di Rimini che mi ha visto nascere alla professione 22 anni fa.
Dopo le sofferenze patite mi auguro che Eraldo possa adesso godere di meritata pace.
Pace e non riposo come dice la preghiera che pure recito ogni sera sebbene non mi piaccia proprio.
Perchè non si tratta di reqiuem aeternam, di eterno riposo, ma, mi auguro, di pace cioè di un pensiero capace di elaborare mete che il corpo raggiungerà senza ostacoli, lavorando assieme ad altri; per giungere a questa pace serve un lavoro, della cui durata non conosco i termini, che è quello del purgatorio ovvero, rielaborazione dei moti che sono andati male durante la vita.
Spero che Eraldo stia già compiendo questo lavoro.
Debbo alla cortesia di Umberto Farina la foto.