Mentre oggi parlavo con un caro collega di deviazioni del setto nasale, è arrivato il comandante che mi ha folgorato con una battuta: “uno psicoanalista ci vorrebbe, per le sue deviazioni”; ho risposto di trovarmi nella media, la media dei nevrotici.
Ho apprezzato la battuta perchè è stato colto un aspetto importante: lo psicoanalista corregge (meglio sarebbe aiuta a correggere) le deviazioni, il che è assolutamente vero.
Le deviazioni dalla norma (il bene non è questione di farlo ma di lavorare per riceverlo) stanno a testimoniare che la vita psichica è vita giuridica e che lo psicoanalista altro non è che un avvocato di parte civile.
Le deviazioni si potrebbero sintetizzare in parallelo alla nosografia psichica:
la nevrosi come una infinita guerra civile tra diversi ordinamenti costituzionali in cui quello legittimo è ridotto alla quasi totale clandestinità;
la psicosi come fine della guerra con sconfitta del legittimo ordinamento, abrogato e sostituito da uno allucinato (la legge statale, le leggi scientifiche);
la perversione come negazione della pensabilità stessa del diritto costituzionale (l’ordine regna a Varsavia).
Rispetto a questo il lavoro dello psicoanalista è un lavoro di pace poiché facilita, sostiene, difende il pensiero legittimo e lo riabilita.
Lo psicoanalista non è un deviazionista, pur conoscendo bene le deviazioni; non sta a perdere tempo ed energie a combatterle perchè sa bene che le deviazioni cadranno da sole, coi tempi ed i modi di ciascuno.
A differenza del Papa defunto, non si potrebbe dire dello psicoanalista: “santo subito”, la salus non è frutto di immediatezza ma di lavoro e di tempo (che potrebbe essere breve anche se normalmente così non accade).