Rimini, convegno

Giornata dedicata alla formazione, a Rimini, dopo avere saltato quella, più interessante, di ieri causa impegni ospedalieri cui sono ormai abituato da tempo.

Arriviamo in ritardo causa banale contrattempo, poi gli argomenti non sono proprio entusiasmanti come mi attendevo ma, comunque l’importante è approfittare di quel che viene offerto.

Inaspettatamente chi ti ritrovo al convegno? la mia adorata collega di Cesena, quel mito dell’Ispettriciuzza Galattica come l’avevo soprannominata a quei tempi, la grande Stefania Lanzoni.

Di carriera, meritata e non per appoggi politici, ne ha fatta e spero ne faccia ancora; sono stato un suo fan da quando la conobbi in quel triste posto che era, a quei tempi, il comando in cui lavoravamo assieme.

Persona corretta, seria, dedita al lavoro e senza risparmio, poteva non piacermi?

Assieme a lei ho incontrato un altra ottima persona, l’allora commissario Daniele Giulianini, che ho avuto in minor confidenza ma che stimo per le stesse virtù di serietà e probità.

Due persone che mi onoro di aver frequentato.

A pranzo, invece, mi ricavo un momento di amarcord coi colleghi di Rimini: sono pochi, non ho avvisato tutti quelli che avrei voluto perchè il tempo era davvero troppo poco per permettermi di dedicare la giusta attenzione a tutti quelli che avrei voluto.

Rivedendo Rimini dopo tanto tempo ne ho avuto un’impressione straniante: mi sono sentito contemporaneamente a casa e straniero; ho trovato varie modifiche alla viabilità, attività commerciali nuove, ristrutturazioni … tutto normale, ovviamente, ma così strano per chi ritorna dove ha vissuto per 20 anni.

Il pranzo, secondo miglior tradizione storica, è allo Zodiaco che si conferma uno dei ristoranti più apprezzabili sopratutto in tempi come questi in cui il rapporto qualità prezzo non è una variabile indipendente.

Trattati, come sempre, in maniera splendidamente cordiale, abbiamo avuto modo di scoprire una novità culinaria fantastica: paccheri al tonno fresco con burratina, piatto che avrebbe reso straordinario ogni convegno.

Tengo in ultimo i colleghi che ho rivisto perchè l’effetto è stato ancor più importante di quel che credevo: in primis Umberto, il mio padre professionale, assieme a Roberta, mia collega che a pensarci mi viene da piangere ed infine Daisy, collega “nuova” d’ufficio ma che mi piace.

A distanza di tempo mi ritrovo a guardare con maggior distacco gli eventi riminesi e tuttavia mi convinco di non aver sbagliato quasi nessuna delle analisi che già ai tempi avevo pubblicamente condiviso con molti amici e colleghi.

Ma quel che mi ha ferito al cuore, e ha attenuato la gioia di rivedere gli amici è il contrasto, stridente, col gelo umano che caratterizza la mia attuale situazione.

Rivedere colleghi con cui ho lavorato la bellezza di 20 anni fa (Lanzoni e Giulianini) e amici coi quali ho condiviso gioie e preoccupazioni fino a 4 anni fa e ritrovare la freschezza dei rapporti, la cordialità, è stato un balsamo che ha avuto l’effetto di acuire il senso di ostile solitudine che vivo quotidianamente.

Oggi come oggi mi sento un po’ come il popolo ebraico nel deserto, in cammino verso una meta che so che è possibile anche se ancora distante e indistinta.

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