Ammalato, mi ritrovo a letto con dolori al pancino, stanco e demotivato: sono talmente stanco che stamattina invece di prendere l’antibiotico ho ingoiato la pillola dei fermenti; fortunatamente me ne sono accorto in tempo per poter prendere anche l’altra in tempi congrui.
In questi mesi mi sono trovato a lavorare con ritmi abbastanza allucinanti ed in quasi completa solitudine.
Debbo ringraziare, tuttavia un paio di colleghe che, con estrema cortesia, mi informano di quanto accade, permettendomi di dare disposizioni anche dal mio letto: non faccio nomi per non creare imbarazzi, visto il clima di gelosia ed invidia che sembra regnare sovrano incontrastato.
Così, dolorante, mi gusto una terribile gaffe di un giornalista di raiuno (Franco di Mare credo si chiami) che più o meno afferma “il Concilio di Trento interrotto per la breccia di Porta Pia”, quindi assisto alla Messa per l’inizio dell’anno della fede, scambio alcune battute, via skype, con la carissima Marta e mi leggo qualcosa di non troppo impegnativo: “le forme del bello” di Remo Bodei.
Sulla fede ci sarebbe da dire…
Sono davvero sfiduciato, sia guardando allo stato della nazione che non promette nulla di buono ed anzi, ogni giorno ci regala un nuovo motivo di disgusto verso una classe politica di uno squallore come non ricordo di avere mai visto (Formigoni, che non mi è mai dispiaciuto… è ora che si dedichi ad altro e con lui Polverini, Penati ecc ecc), sia guardando alla realtà locale in cui mi trovo a vivere.
Stamane mi torna alla mente, ad esempio, un’ottima collega, da me definita “patrimonio dell’umanità” con la quale, come con tanti altri, non ho avuto occasione di poter fare affari: ne sono decisamente dispiaciuto.
Neoassunto, invece, un giovanotto che ho ribattezzato “Salsiccia”, fratello separato alla nascita (sono alti un mezzo tappo ciascuno, entrambi paffutelli, capelli castani, faccia coi guanciotti simpatici) di un altro collega a me prediletto: difetto di Salsiccia è l’essere un aspirante metrosexual ma ciò nonostante spero diventi un buon collega ed affarista (come lo spero dell’altro collega, il “gemello” separato).
La logica del rapporto è quella degli affari: senza affari non c’è ricchezza ovvero c’è miseria,a questa non intendo rassegnarmi, nonostante le continue tentazioni che trovo ovunque (penso ad una collega che risponde sempre no, a prescindere, o ad un’altra che impone a tutti il proprio malumore, quasi la regina Grimilde di Biancaneve o, ancora un’altra che sempre e solo si lamenta sparlando di tutti).
Logica affaristica: questo è un ottimo vaglio per valutare chi frequentare.
Pubblico di seguito qualche foto dei miei cactus che anche a settembre mi hanno regalato splendidi fiori e qualche scatto di Modena, tentativo di rivalutare una città in cui mi sento straniero.
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