Monastero quindi benedettini, un modo nuovo, che durò poco, non clericale, di risolvere la ambasce di un mondo in via di disgregazione.
Qui a Santa Giustina non trovo il colore che tanto amo, tutto è bianco o comunque dai toni soffusi: apprezzo meno ma non mi dispiace, il tutto bianco è una delle tentazioni, opposta all’uso esagerato del colore (le mie oscillazioni ossessive?).
Ritrovo qui il barocco delle statue bianche di marmo e mi sento a casa, sicuramente mi è più congeniale (il che non è un bene, in verità).
Mi scopro ancora eccessivo ma, a differenza di un tempo, me ne rimane sempre più solo l’aspetto di gusto estetico, altri caratteri del pensiero sono caduti.
Non mi interessa più Huysmans, preferisco Ungaretti ed il lavoro sulle parole che è lavoro di pensiero.
“Quando trovo
in questo mio silenzio
una parola
scavata è nella mia vita
come un abisso”, si potrebbe usare anche per il lavoro di analisi tramite cui si esce dal pensiero dell’abisso per un nuovo utilizzo della parola. Solo della parola?
Scopro stasera della morte di Alessandro Alemani: non l’ho mai conosciuto direttamente ma ho avuto l’occasione di ascoltare svariati suoi contributi nel corso di questi anni.
Lo ricordo con gratitudine per quanto ha offerto al mio lavoro.
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