Giornate di intensa vita sociale: ieri sera sono uscito a cena con l’amico Federico.
Ho proposto io il ristorante messicano (anche se poi ha pagato lui), in città; il menù è stato un’importante, non saprei come chiamarla, direi costata (filetto e controfiletto, con osso) di manzo che era deliziosa. La serata è andata bene, come sempre mi accade quando esco con persone come il mio commensale. Abbiamo parlato di tutto, con grande libertà; mi rimane l’unico rammarico di frequentarlo poco.
Oggi, invece, una graditissima visita, di quelle che mi riscaldano il cuore: da Modena con fragore, in tutta la loro pinguedine e simpatia sono venuti a trovarmi Cristian (Cosimo) e De Simone Gianluca detto Tortello.
Li ho portati, grazie al consiglio di un collega, a Frassinara, dove abbiamo pranzato a base di tagliatelle col ragù di capriolo, tortelli di patate coi funghi e torta fritta e salumi.
Vero è che, essendo venerdì e pure di quaresima… beh due ospiti così dovevano essere degnamente trattati, motivo per cui mi sono auto esentato dal precetto e, peraltro, la quaresima è da quel po’ che la sto scontando quotidianamente anche oltre i 40 giorni. Il pranzo è andato bene, anche in queso caso, con parlare a ruota libera che è un piacere.
Una cosa è emersa, invece, in questi giorni: un clima generale di lamentela, anzi di lamentazione, pressoché continua: c’è sempre qualcosa che non va ed è sempre colpa di qualcun altro o comunque si attende da qualcun altro la soluzione.
Mi tornava in mente Esopo con il re travicello: le rane, un tempo, erravano libere per la palude.
La libertà comporta costumi dissoluti e la necessità di un sovrano che porti ordine e morigeratezza. Sfiducia nella capacità di stabilire permanentemente rapporti sociali non conflittuali: la libertà sembra comportare necessariamente un’istanza superiore che la controlli e la guidi. Ecco il ricorso a dio: ci pensi lui a metterci in riga, pensano le rane, che chiedono un sovrano, cioè qualcuno che imponga loro un ordine. Una volta che l’ordine è stato istituito da qualcun altro, ne sono venuti danni, compresa la morte violenta.