Due onomastici di peso: santa Franca e san Marco, l’uno decisamente più famoso dell’altra, entrambi accomunati dal privilegio di cadere in un giorno festivo per legge.
Santa Franca è la protettrice di mia madre, una santa badessa del piacentino; avrei necessità che si desse una mossa, anche per recuperare popolarità, anche se non posso proprio lamentarmi, almeno negli ultimi mesi.
San Marco mi rimanda al collega riminese Marco Guerrieri cui invio i miei più cordiali auguri, così come a Marco Brunori: entrambi romagnoli, bravissime persone da ogni punto di vista.
Quando guardo al doloroso esilio in cui mi trovo (che ha il beneficio di vedermi vicino casa e non è poco) mi scapperebbero amare lacrime pensando ad un collega come il Marco sopra descritto. Rimane, per me, un esempio di equilibrio, correttezza, serietà che mi rende orgoglioso di conoscerlo.
Fino ad oggi ho sempre incontrato, oltre a persone disgustose (non poche), molti ragazzi e ragazze ordinariamente fuori del comune; solo in terra natia pare che il filone si sia esaurito.
Non cederò alla tristezza, ma è dura.
Trovo consolazione, cioè possibilità di ripresa, in un post del solito Giacomo Contri, solito perchè consueto fornitore di materiali di meditazione, anzi masticazione, di alcuni giorni fa, dedicato ad un personaggio dei fumetti che ho sempre avuto in simpatia sebbene comparisse raramente, Eta Beta.
L’elogio che ne tesse Giacomo Contri è profittevole, cioè, come gli adorati profiteroles, si presta ad essere gustato e gustato nuovamente, senza obblighi nè coazioni.
Profittevole cioè se ne può trarre giovamento, guadagno sia quel che sia il guadagno; ad esempio la grandissima produzione onirica di queste notti (che mi ha anche fruttato una simpatica vincita al lotto, già spesa) la considero un guadagno oltre che la fonte di ulteriore possibile lavoro, senza sistematizzazione.
Ricordavo Eta Beta con simpatia, lo recupero oggi come amico.