Giornata inconsuetamente serena e piacevole.
Inizio con trasferta a Colorno, alla fiera dei fiori, con mamma e zia al seguito: 7,50 € di biglietto mi sembrano eccessivi, senza nemmeno la riduzione per le persone anziane, ma la visita vale la pena, almeno per chi ama i fiori.
Questo tipo di manifestazione, con esposizione di prodotti tipici, con fiori e piante inconsueti rispetto ai normali canali di distribuzione, sono una forza per paesini deliziosi come Colorno, sicuramente da incoraggiare e valorizzare in ogni modo.
Si unisce al gruppetto famigliare anche Silvia che da Fidenza con furore si farà incantare dal profluvio di corolle, arbusti, piantine e profumi vari, come tutti noi del resto.
Avendo scelto di andare abbastanza presto troviamo parcheggio vicino e non facciamo file per entrare.
La mattina scorre piacevole, con qualche acquisto per l’orto (pomodori, peperoni, melanzane), il giardino (elicriso) e la casa (orchidea); non abbiamo mai avuto tante varietà di pomodoro, spero che ci diano tutte soddisfazione.
Pareva finita lì e invece… pomeriggio a Sabbioneta.
C’ero stato, in gita, direi alle scuole medie, forse di ritorno da Verona o da Mantova (ma non ne ho alcuna certezza); volevo tornarci ed oggi il tempo bello mi ha fornito l’occasione: l’incredibile è che sia la mamma che la zia hanno accettato la mia proposta e sono venute con me.
Abbiamo acquistato i biglietti e ci siamo visitati il palazzo Giardino, palazzo Ducale, il teatro e la sinagoga con visita guidata ad opera di una gentile signora un po’ troppo verbosa per i miei gusti ed anche vagamente polemica col parroco del paese, ma molto competente.
Prima volta, in vita loro, per le mie compagne di escursione, che visitano palazzi e teatri e con la guida: è stato commovente vederle arrancare sui gradini o camminare lentamente sull’acciottolato irregolare.
Belle le mura della città, belli gli ambienti, simpaticamente indolente e paesana l’atmosfera, tuttavia non è stato amore a prima vista.
Non so cosa mi aspettassi ma mi sono sentito come di fronte ad una promessa mancata.
Molto bello, comunque, l’interno del palazzo giardino, come il teatro ed il palazzo ducale, da consigliare assolutamente: probabilmente io mi aspettavo di ritrovare qualche brandello di memoria dell’evento di tanti anni fa, ma il miracolo non è accaduto.
L’unico ricordo riemerso è l’acquisto di una cartolina, a Verona, al museo di scienze naturali. Ricordo che mostrai la cartolina di un fossile di pesce alla professoressa di matematica (e scienze) mentre uscivamo dal museo che avevo diligentemente visitato.
Sono stato comunque contentissimo di avere potuto offrire alle due nonnette una gita fuori porta un po’ alternativa rispetto alle loro abitudini, spero solo che non si siano annoiate troppo.
Mi ha colpito molto l’idea di Vespasiano Gonzaga Colonna che ha pensato e saputo creare, nel cuore di una zona paludosa, una cittadina di piccole dimensioni ma di spirito universale, visto il richiamo continuo a Roma.
Malato di sifilide, senza eredi maschi, profondo conoscitore di numerose arti e lingue, Vespasiano aveva sicuramente un pensiero non provinciale. Non si è chiuso nel piccolo spazio del suo feudo ma ha saputo dargli un’impronta di apertura al mondo non comune, come testimonia la presenza della sinagoga, la mancanza del ghetto e quindi il rispetto per i nostri “fratelli maggiori”.
Un uomo straordinario.
[nggallery id=159]